Lampade introvabili. La fine della rivoluzione led slitta di tre mesi a Gallarate

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GALLARATE  – Entro il 31 dicembre sarebbe dovuta terminare la rivoluzione led a Gallarate, con la sostituzione di tutti i 6302 punti luce presenti in città. Ma l’emergenza sanitaria rende difficile l’approvvigionamento delle nuove lampade, tanto che l’amministrazione comunale nei giorni scorsi ha concesso una proroga di tre mesi alla ditta incaricata alla riqualificazione dell’illuminazione pubblica. Per raggiungere il traguardo, comunque, manca ormai pochissimo: si stima che le lampade di ultima generazione illuminino già oltre il 95 per cento del territorio comunale.

Il ritardo di tre mesi

Nelle scorse settimane la società esecutrice del servizio per il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti di illuminazione pubblica e la diffusione di servizi tecnologici integrati riferiti al Bando Lumen aveva richiesto una proroga del termine del servizio al 31 marzo del prossimo anno a causa della difficoltà di reperimento dei materiali dovuto al perdurare della situazione emergenziale e delle relative misure di contenimento della diffusione del virus da “Covid-19”. Il Comune di Gallarate ha considerato valide le motivazioni addotte dall’appaltatore e ha concesso la proroga richiesta con nuova scadenza.

La rivoluzione led

La prima lampada venne sostituita il 5 marzo del 2019. Da allora sono già più di 6mila i punti luce a Gallarate riqualificati con la tecnologia a led, con un risparmio energetico che – una volta che sarà a pieno regime – sarà pari a un milione 700mila kilowatt all’anno. Sostituire le lampade con modelli di nuova tecnologia, decisamente più performanti, consente di ripagarsi l’investimento nel lungo periodo grazie a un minore consumo di energia. Grazie alla convenzione prevista dal bando “Consip Luce 3”, infatti, una volta completata la sostituzione delle lampade, il canone annuo del costo dell’energia e della manutenzione sarà di 911mila euro, contro il milione e 225mila di euro spesi nel 2018. In nove anni il risparmio stimato sarà di quasi 3 milioni di euro, con la possibilità a partire dal 2027 di ritrovarsi nelle casse comunali ulteriori 370mila euro all’anno, risultato dell’opportunità di appaltare liberamente sul libero mercato la fornitura della sola energia elettrica.

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