Laura Rogora presidente del consiglio a Busto. Prime scintille con le opposizioni

BUSTO ARSIZIOLaura Rogora è stata eletta presidente del consiglio comunale di Busto Arsizio. Nonostante il tentativo delle opposizioni di un accordo in extremis con una sospensione della seduta, la maggioranza è compatta: 16 voti su 16 per la candidata espressa da Forza Italia. È la prima donna nella storia della città: «Un onore per me, e spero che valga anche per tutte le donne». Anche le due vicepresidenze sono al femminile: Claudia Cozzi per la maggioranza e Valentina Verga per le minoranze.

La candidatura della maggioranza

Dopo il voto sulle incompatibilità e il giuramento del sindaco Emanuele Antonelli, che apre alla «collaborazione» con le opposizioni, il momento clou della prima seduta del consiglio comunale è l’elezione del presidente dell’assemblea. La maggioranza, come da accordi presi ai tempi della formazione della giunta, candida Laura Rogora, assessore uscente e neo-consigliera di Forza Italia, che per il suo capogruppo Orazio Tallarida, che ne svela la candidatura a nome di tutti i gruppi del centrodestra, rappresenta una «scelta nuova, di cambiamento, coraggiosa e vincente».

L’opposizione contro il muro

A nulla valgono gli appelli dei gruppi di opposizione, che per voce del capogruppo PD Maurizio Maggioni invitano a puntare sulla «figura esperta» della Dem Valentina Verga come «candidata di collaborazione per trovare un contesto unitario». Il capogruppo dei centristi di “Popolo Riforme e Libertà” Gigi Farioli richiama l’anniversario della caduta del muro di Berlino, che cade proprio il 9 novembre: «Dopo aver ascoltato Gorletta e il sindaco, credevo si volesse rompere il muro che, di fronte a quello che Berlusconi definirebbe il teatrino della politica, esigeva un salto di qualità. Ma visto il silenzio della maggioranza sulla scelta della presidenza del consiglio, ha prevalso un atteggiamento che ripropone un vecchio schema».

Antonelli vs Farioli

«Il muro lo si fa cadere in tanti modi – la risposta del sindaco Antonelli – se venite sulla nostra idea di votare un’ottima consigliera che ha tanta esperienza, ben venga. L’unica consigliatura con un presidente minoranza, anche se non voluto, è stata la mia, ed è andata bene. Lei – rivolto a Farioli – auspica un cambiamento adesso ma non lo metteva in atto prima». L’ex sindaco non rinuncia a controbattere, e sembra il primo atto di un refrain destinato a riproporsi: «Mi sono battuto perché Laura Rogora, che è iscritta al mio stesso partito, pur essendo io autosospeso, avrebbe meritato il voto di tutto il consiglio, se fosse stato presentato non come accordo e posizione extra giunta, ma nell’autononia e nel rispetto del consiglio».

Nessun accordo

Ed è Santo Cascio, il consigliere di Progetto in Comune che torna in aula a 46 anni dalla sua prima esperienza, ad invocare un «cambio nel modo di fare politica», anche in risposta all’astensionismo alle urne, con una scelta che sia condivisa tra maggioranza e opposizione, sotto forma di «accordo che rispettasse maggiormente il senso di attenzione ai cittadini e non la “clava” dei numeri». Una sospensione della seduta di cinque minuti non basta a trovare un accordo bipartisan. Anche perché il “muro” del centrodestra regge. «La maggioranza è coesa» assicura il capogruppo di Fratelli d’Italia Luca Folegani. E Cascio si dice «deluso che non si sia compreso che occorreva un messaggio di apertura al di là dei numeri».

Le votazioni

Al voto Laura Rogora ottiene 16 voti su 16 dalla maggioranza, con l’applauso dell’aula che scatta già quando ottiene i 13 voti della maggioranza assoluta, contro i 9 di Valentina Verga dalle opposizioni. Nel suo primo intervento, Laura Rogora chiede di «riportare la medaglia di bronzo alla Resistenza nella sala consiliare intitolata ad Angioletto Castiglioni. Perché Busto simbolicamente riparta come dopo la guerra». E oltre alle donne cita anche i giovani, chiedendo che abbiano «un luogo, anche non strettamente fisico, per dialogare con le istituzioni».

Opposizione granitica

La maggioranza si incrina leggermente solo sulla votazione per le due vicepresidenze, con 15 consensi invece di 16 per la candidata della maggioranza Claudia Cozzi e 10 voti invece di 9 per la rappresentante delle minoranze Valentina Verga. E nei punti successivi, sulla delibera che riguarda gli indirizzi sulle nomine negli enti e nelle società partecipate, le minoranze riescono a far passare un emendamento con 13 voti favorevoli e 12 contrari (e ad incassare 11 voti su un altro). Un primo risultato dell’ariete delle opposizioni, che si mostrano compatte ad ogni votazione. E rispetto ai cinque anni precedenti è sicuramente una novità.

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