Lavena Ponte Tresa, abusi edilizi “vista lago”: «I sindaci vanno assolti»

LAVENA PONTE TRESA – Nel caso dei presunti abusi edilizi ed urbanistici per la costruzione del condominio Petra a Lavena Ponte Tresa, non ci sarebbero responsabilità attribuibili al sindaco Massimo Mastromarino e al suo predecessore Pietro Roncoroni, accusati rispettivamente di abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio.

La discussione

È quanto emerso davanti al collegio del Tribunale di Varese dalla requisitoria del pubblico ministero, che ha chiesto l’assoluzione per il primo cittadino e l’ex amministratore.

Mastromarino (che secondo il capo d’imputazione avrebbe favorito il committente delle opere con omissioni e atti presentati in ritardo) da sindaco si era occupato soltanto delle criticità igienico sanitarie legate ai lavori ed evidenziate da Ats, adottando le decisioni emerse da un tavolo tecnico, ha sottolineato la difesa. Non si era occupato della materia edilizia; Roncoroni all’epoca dei fatti aveva già terminato il proprio mandato, e dunque non avrebbe potuto attivarsi per far fronte alle criticità rilevate da Ats.

Le altre richieste e i lavori

Le richieste di condanna sono invece arrivate per il committente delle opere (concorso in abuso d’ufficio) e per due tecnici comunali, accusati di abuso d’ufficio: 2 anni e 6 mesi di reclusione. Alcuni lavori per la palazzina con vista sul Ceresio, che sorge su un’area soggetta a tutela paesaggistica, secondo la tesi accusatoria sarebbero stati eseguiti convertendo in spazi abitativi i locali del piano seminterrato, ma senza aspettare le dovute autorizzazioni per procedere.

La posizione del sindaco

Nel 2016 Mastromarino da consigliere d’opposizione aveva presentato un esposto sulle anomalie procedurali riguardanti i lavori del condominio. E in aula, nel suo interrogatorio, lo stesso primo cittadino ha affermato di non aver ricevuto segnalazioni dagli uffici comunali, una volta diventato sindaco, circa presunti abusi edilizi nella realizzazione della palazzina. E di essersi occupato, sempre da sindaco, soltanto delle questioni di tipo igienico sanitario sollevate da Ats.

Le parti civili

Aspetti, questi ultimi, che hanno inciso sulla vivibilità degli appartamenti acquistati, tanto che tre coppie di condomini si sono costituite parte civile nel processo, chiedendo risarcimenti per oltre 200mila euro. Il verdetto dei giudici arriverà nella prossima udienza.

lavena abusi lago – MALPENSA24