Lega Giovani Varese contro le superiori aperte dal 7 gennaio. «A rischio la salute»

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VARESE – «Come pensano di riaprire le scuole superiori se in questi mesi non hanno fatto nulla per permettere un ritorno tra i banchi in sicurezza?». Questa la dura accusa della Lega Giovani di Varese che si schiera contro la riapertura al 7 gennaio.

Confusione e timore

A seguito delle segnalazioni di molti studenti della provincia di Varese, che fino agli ultimi giorni di pausa didattica non sono stati messi a conoscenza delle modalità per il ritorno in classe, in un clima di confusione che ha alimentato timori e preoccupazioni per ciò che succederà nelle prossime settimane, la Lega Giovani di Varese si unisce alla campagna nazionale del partito contro il ritorno a scuola giovedì 7 gennaio.

Non hanno fatto nulla in questi mesi

«Il Governo sta mettendo a rischio la salute di milioni di studenti e dei loro familiari», ha dichiarato Luca Toccalini, deputato e coordinatore federale del movimento giovanile della Lega. «Vogliono imporre il rientro in presenza il 7 gennaio, ma in più di un mese di didattica digitale integrata nulla è stato fatto di concreto dall’esecutivo per consentire una ripresa in presenza in sicurezza».

All’annuncio del Governo, risalente al 3 dicembre, che aveva previsto come dal nuovo anno gli studenti e il personale scolastico sarebbe tornati al 75% in presenza, «non sono seguiti interventi per potenziare il trasporto pubblico locale o il sistema di tracciamento, con istituti scolastici abbandonati a se stessi nel progettare e programmare il ritorno alla didattica in presenza», dicono i leghisti.

Ennesimo fallimento del governo

«Azzolina, De Micheli e Conte sono i responsabili di questo ennesimo fallimento», attacca Riccardo Guzzetti, coordinatore provinciale del movimento giovanile della Lega. I«n queste settimane a più riprese abbiamo provato a incalzare e sollecitare il Governo, affinché gli istituti scolastici potessero accogliere nuovamente i nostri liceali. La Lega Giovani vuole un ritorno integrale in presenza. Siamo consapevoli di come la didattica a distanza non sia uno strumento formativo sufficiente, ma è comunque necessario che i trasporti pubblici siano implementati, in corse e carrozze, e che le nostre scuole possano essere riaperte in sicurezza, una volta per tutte».

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