Lega Varese a congresso: per la guida del partito c’è l’ipotesi di un candidato donna

Varese, la storica sede della Lega

VARESE – C’è una data, 22 ottobre. I leghisti della sezione del Garibaldino l’hanno attesa, invocata e, ora che è confermata, l’hanno anche segnata sul calendario: quello sarà il giorno in cui si terrà il congresso del cittadino, il momento in cui la sezione del capoluogo avrà di nuovo un segretario eletto dopo quattro commissari di fila. A suo modo sarà una giornata storica. Ma come la sezione arriverà a quell’appuntamento, è ancora tutto da vedere.

Di commissario in commissario

Quella varesina, al di là di quanto spesso appare, è una sezione con differenti anime, che a volte hanno convissuto in pace più o meno forzata e altre si sono scontrate. Insomma, non stiamo certo parlando di una sezione monocorde. E anche il poker di commissari alla guida del partito dopo Carlo Piatti, ultimo segretario eletto, sostanzialmente lo conferma.

Certo è che i militanti hanno chiesto a più riprese un momento congressuale, richiesta fino a ora sempre caduta nel vuoto, quasi sempre per ragioni politiche. Non ultimo il recentissimo rinvio, dovuto alle elezioni e non alla scelta dei vertici provinciali, di frenare il congresso. Che, occorre anche dire, certamente si sarebbe potuto convocare (come accaduto per altre sezioni) anche prima dell’estate appena trascorsa. Ma, a quanto pare, non c’erano le condizioni ottimali. Anzi, secondo i rumors non ci sarebbero nemmeno ora. Però rimandare non è più possibile. Si lavora quindi per arrivare a congresso con una strategia condivisa, ma soprattutto con un nome unico. O meglio, con una candidatura unitaria.

Ma il problema sta proprio qui. L’ultimo segretario eletto con in campo una doppia candidatura è stato Marco Pinti nel 2011, quando ebbe la meglio su Lazzarini. Anche Carlo Piatti è stato segretario eletto, «ma fu una candidatura unitaria e imposta – sottolineano diversi militanti – questa volta non vogliamo nomi dettati».

Niente candidato unitario?

Le prossime settimane si preannunciano calde sul Carroccio varesino. Certo i fendenti non verranno scagliati nella pubblica piazza, ma il partito, seppur sotto traccia, è tutt’altro che tranquillo. Andrea Gambini, Cristiano Angioy, Marco Pinti e Marco Bordonaro: sono i nomi degli ultimi quattro commissari che un leghista snocciola con lo stesso ritmo con cui si recita la formazione campione della propria squadra del cuore. Ma il ritmo della citazione è dovuto al timore di ritrovarsi «nel mezzo di un’elezione bulgara – continua il leghista – non solo nel risultato, ma anche nel metodo della candidatura da votare».

Candidatura in rosa?

Il dibattito sul nome unitario oppure no è infatti aperto: «Alle ultime riunioni in sezione c’erano sì e no una decina di militanti. E non tutti erano d’accordo sul presentare un solo papabile alla segreteria». Al momento, però, di candidature ufficiali non ce ne sono. Solo ipotesi: c’è quella di Marco Bordonaro, commissario in scadenza che potrebbe rappresentare la continuità. Potrebbe anche essere la volta di una novità: un candidato donna, soluzione che stuzzica e non dispiace. Ma se così fosse non sarà Barbara Bison, capogruppo in consiglio, leghista di lunga data e di provata fede padana alla quale però manca una caratteristica per essere candidata a Varese: è iscritta a un’altra sezione e, pur facendo vita politica nel capoluogo ormai da anni, la sua richiesta di “trasferimento” al Garibaldino non è mai stata finalizzata.

«Che sia Bordonaro o una candidatura al femminile – afferma infine un militante – in questo momento non è un problema. Anzi, se vi sono due o più in lizza meglio: vogliamo un congresso vero, non una formalità. E vogliamo eleggere il nostro segretario. Non è che i militanti sono importanti solo quando si fanno i gazebo».