Legionella: comunicazione in ritardo imbarazzante

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E’ dovuta scoppiare la bomba mediatica per rompere il muro di silenzio sui casi di legionella a Busto Arsizio. Non una parola da parte delle istituzioni amministrative e sanitarie. Dalla Regione in giù, passando per l’Ats territoriale, fino ad arrivare a Palazzo Gilardoni, nessuno ha pensato di avvisare, non certo la stampa, quanto magari i cittadini del pericolo in corso e dei rischi per la salute. Magari suggerendo anche il rispetto di tutta una serie di precauzione da tenere.

E invece no. Silenzio. Fino alla tarda sera di ieri, venerdì 4 settembre, quando a dare la notizia dei casi di legionella in città è stato l’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera. Parole riprese rilanciate dalle agenzie di stampa. Un bagliore, le dichiarazioni di Gallera, in mezzo al buio comunicativo che è rimasto pesto. Nessun altro si è sentito in dovere di dettagliare quanto stava accadendo. Nemmeno il sindaco Antonelli, il quale, chiamato a più riprese da alcuni colleghi giornalisti, non ha neppure risposto al telefono.

Per ordini superiori che hanno imposto un low profile afasico? Per strategia comunicativa? O forse solo per incapacità di gestire la notizia che a quel punto già correva a briglia sciolta su media online e social? Chissà.

Interrogativi ai quali non sta a noi rispondere. Certo è, e qui si aggiunge un ulteriore punto di domanda che meriterebbe una giustificazione approfondita, che Palazzo Gilardoni, qualche mese fa ha annunciato in pompa magna (mettendo sul tavolo, pochi o tanti, soldi pubblici) di aver attivato un app per rendere agile, diretta e utile la comunicazione con i cittadini. Soprattutto in caso di necessità. Un sistema facile, ai tempi hanno spiegato assessori e lo stesso sindaco di Busto, che avrebbe permesso in pochi istanti, quasi in tempo reale, di far arrivare nelle case dei bustocchi le necessarie informazioni. Addirittura mirate sui quartieri o, spiegarono, sulle singole strade cittadine. Insomma una comunicazione quasi scientifica.

E il sistema è anche stato usato durante il Covid. I maligni dicono non più di tre volte, di cui una proprio dal sindaco solo per mandare un saluto ai bustocchi tappati in casa per l’emergenza sanitaria. Tanto che qualcuno ha pensato si trattasse di uno scherzo. Dopo di che del sistema tecnologico “venduto” ai giornali come indispensabile non si è saputo più nulla. Ai cittadini registrati al servizio non sono più arrivati né i saluti di Emanuele Antonelli, né le informazioni utili.

Del resto c’è davvero poco da stupirsi: comunicare per il sindaco di Busto è più che altro un impiccio. Possibilmente da evitare. E se non se ne può fare a meno, da liquidare nel più breve tempo possibile e da sbrigare con post sulla propria pagina personale di Facebook. Ed è successo così anche in questa occasione. Dove a rompere l’imbarazzante silenzio è stato un messaggio sui social che se fosse uscito ieri sera sarebbe già arrivato in ritardo risultando inutile. Figurarsi questa mattina.

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