Legnano, Cozzi, Fratus e Lazzarini ai domiciliari sino al processo: «Ingiusto»

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LEGNANO – «Solo la misura vigente (ovvero gli arresti domiciliari per tutti e tre gli indagati) la riattivazione della fitta rete di conoscenze e condizionamenti (di cui si dà ampiamente atto nell’ordinanza di applicazione della misura), che sola la misura in essere (invero accompagnata dal divieto di comunicare con terzi) è idonea a prevenire, possa concretamente incidere sulla serenità dei testimoni. Ritenuto, infine, che la valutazione circa la prognosi della pena infliggenda in caso di condanna è già stata compiuta sia dal gip sia dal Riesame e non può ragionevolmente esserne richiesta una rivalutazione in sede pre-dibattimentale».

Restano tutti ai domiciliari

In soldoni: Gianbattista Fratus, ex sindaco di Legnano, Maurizio Cozzi, ex vicesindaco, e Chiara Lazzarini, ex assessore ai lavori pubblici, restano ai domiciliari sino al processo (fissato il 21 ottobre visto che tutti e tre hanno rifiutato di patteggiare scegliendo il dibattimento, quindi un’udienza pubblica) perché altrimenti potrebbero influenzare i testi. E questo, ovvero la possibilità di inquinamento delle prove (e i testimoni sono prove), è uno dei cardini che giustifica una misura di custodia cautelare. Decisione considerata «Non conforme» da Cesare Cicorella, legale di Cozzi, che spiega: «Non c’è stato alcun illecito. Il mio assistito ha spiegato, in più occasioni, di aver agito per il bene della città. Nessun passaggio di denaro, e questo è documentato ampiamente. Nessuna utilità illegittima. E certo nessuna pressione sui testimoni. Abbiamo scelto di andare a processo per spiegare tutto questo senza che ci siano equivoci. La prolungata misura di custodia, francamente, è una pressione a carico del mio assistito».

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