Legnano, la RSA Sant’Erasmo: «Situazione critica, ma sempre fatto il nostro dovere»

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LEGNANO – «Dal primo manifestarsi dell’emergenza sanitaria, la Fondazione ha deciso di condividere con i propri ospiti, i loro familiari, il personale e la cittadinanza tutta, le azioni e le informazioni relative alla diffusione del Covid-19 nella propria RSA. In quest’ottica di trasparenza assoluta, dopo il report settimanale di ieri sui numeri del contagio, oggi vogliamo rendere noto l’impegno costante, assiduo e spesso sottotraccia, portato avanti in questo mese e mezzo dalla Fondazione per poter contenere la diffusione del Covid-19 nel modo più efficace possibile». È quanto sottolinea in una nota diffusa oggi, giovedì 9 aprile, la Fondazione Sant’Erasmo che gestisce l’omonima casa di riposo di Legnano.

«Accolte dalla Regione le nostre richieste»

«Da subito – riepiloga i fatti la Fondazione – adottata ogni disposizione e direttiva ufficiale per il contenimento del virus, abbiamo richiesto a gran voce che ci venisse concesso di monitorare con tampone i contatti stretti della prima operatrice contagiata e che ci venisse concesso di sottoporre a tampone tutti gli ospiti e gli operatori della RSA per tracciare la diffusione del contagio; ci è stato negato tutto. Non appena la Lombardia si è aperta al monitoraggio clinico (con tampone) per il personale sanitario ospedaliero sintomatico, ci siamo battuti affinché lo stesso diritto venisse riconosciuto anche agli operatori delle strutture socio-sanitarie come la nostra; abbiamo vinto e segnato un passo avanti verso il contenimento del virus. Mai però abbiamo perso di vista la tutela dei nostri ospiti, fragili e anziani. Al delinearsi della nuova strategia regionale di monitoraggio e prevenzione sul territorio tramite i medici di medicina generale, abbiamo reclamato il diritto di effettuare tamponi sui nostri ospiti per mezzo dei nostri medici di RSA. La delibera regionale del 30 marzo ha accolto questo principio e ora attendiamo un riscontro fattivo di ATS a brevissimo; nel frattempo, continuiamo ad adottare rigorosamente ogni direttiva impartitaci per la tutela dei nostri ospiti e del nostro personale».

«Gravi difficoltà anche per la carenza di personale»

«Certamente – prosegue la nota – la situazione della RSA è critica, e non solo per l’affannoso rincorrere le strategie migliori e più attuali per combattere la diffusione del virus, ma anche per la carenza del personale, cui stiamo faticosamente sopperendo grazie all’impegno encomiabile dei lavoratori che si prestano a doppi turni e straordinari (grazie di cuore!) e attraverso il (difficile) reperimento di nuovi operatori. La criticità non ci ha impedito, né ci impedisce di compiere il nostro dovere».

«Indagare? Non solo su di noi»

La RSA critica quindi la presa di posizione del candidato sindaco Franco Brumana, che ha chiesto un’indagine sui fatti avvenuti nella casa di riposo di corso Sempione: «Con stupore abbiamo appreso che uno dei candidati sindaco di Legnano ha proposto di attivare la magistratura perché si accertino le “responsabilità” sulle morti al Sant’Erasmo. Se la proposta dovesse essere accolta, nulla avremmo da nascondere: siamo fra le pochissime RSA che hanno sempre informato pubblicamente con puntualità sulla situazione causata dal Covid-19. In ogni caso, ci chiediamo: per quale ragione indagare solo sul Sant’Erasmo? Siamo davvero sicuri che il virus abbia colpito solo la nostra RSA?». Quindi, un «esempio concreto e lampante»: «Il “nostro” infermiere deceduto pochi giorni fa di Covid-19 lavorava da noi solo part time, il resto del tempo prestava servizio in altre RSA, una anche di Legnano. Eppure, nessuna altra RSA ha informato della sua scomparsa, solo il Sant’Erasmo. Siamo allora così sicuri che il Sant’Erasmo sia l’unico luogo per cui occorra un approfondimento di conoscenze?».

Brumana: «Fraintesa la mia richiesta di indagini»

Brumana ha poi fatto pervenire la sua contro-replica, accusando in sostanza il presidente della Fondazione, Domenico Godano, ritenuto l’autore delle affermazioni sopra riportate, di non aver compreso il suo intervento. «Non ha capito – puntualizza Brumana – che ancora una volta avevo sostenuto la Fondazione e di conseguenza anche il suo presidente, infatti non avevo scritto neanche una parola di critica al  Sant’Erasmo. Avevo evidenziato le possibili responsabilità di chi aveva negato al Sant’Erasmo i tamponi richiesti per gli operatori e per gli ospiti; avevo evidenziato la responsabilità di chi aveva fatto trasportare un malato conclamato di Coronavirus dall’ospedale al ricovero; infine avevo lamentato l’inerzia del Comune, che avrebbe dovuto esercitare pesanti pressioni per ottenere i tamponi e avrebbe dovuto reperire soluzioni logistiche per evitare la convivenza tra gli infettivi e gli altri ricoverati, utilizzando magari un albergo. Godano – aggiunge il fondatore del Movimento dei cittadini – è andato in piena confusione forse perché gli mancava, per le note ragioni, il suo mentore, l’ex sindaco Fratus, che lo aveva nominato nel cda della Fondazione nonostante le critiche di chi aveva rilevato la sua carenza di titoli idonei».
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