Legnano, Brumana: «Non solo Milano, indagare anche sulle morti alla RSA Sant’Erasmo»

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LEGNANO – Una inchiesta della magistratura anche sulle morti alla RSA Sant’Erasmo di Legnano. È quanto chiede Franco Brumana, candidato sindaco del Movimento dei cittadini, in seguito alle inchieste aperte sui fatti avvenuti negli ultimi mesi al Pio Albergo Trivulzio di Milano. «Al Trivulzio, noto come Baggina – rileva Brumana – nel mese di marzo vi sono stati 18 decessi di ricoverati in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno mentre alla Sant’Erasmo i decessi in più sono stati 12. Al Trivulzio i ricoverati risultano 1.012, mentre alla Sant’Erasmo solo 125. Quindi in proporzione la tragedia della nostra casa di riposo risulta molto più grave: i decessi in più sono stati il 9,6% degli ospiti a fronte dell’1,8% del Trivulzio. Per la Baggina sono state avviate ben tre inchieste, una della Procura, una del ministero della Salute e una congiunta della Regione e del Comune di Milano».

«Strano silenzio sulla casa di riposo legnanese»

A detta di Brumana, «sulla RSA Sant’Erasmo è calato un silenzio strano, quasi una rassegnazione, dopo la burrascosa conferenza stampa in streaming del direttore generale e del direttore sanitario, che chiedevano gli esami tramite tamponi a tutti gli operatori e ai ricoverati. In quel momento – ricorda l’avvocato legnanese – nella nostra casa di riposo risultavano due assistenti affette dal coronavirus e un’ospite deceduto per questa infezione. Il direttore sanitario aveva specificato che non risultavano altri ricoverati con sintomi da coronavirus. È giustificato chiedersi quali siano state le conseguenze del mancato accoglimento dell’invocazione di aiuto del direttore della Sant’Erasmo. È poi successo l’impensabile e cioè il trasporto di un anziano affetto dal virus dall’ospedale al ricovero del Sant’Erasmo».

Dito puntato anche sul Comune

L’ex assessore e candidato sindaco punta poi il dito contro il Comune di Legnano, «inerte e silente. Avrebbe potuto – accusa Brumana – seguire con attenzione l’evolversi del contagio nella sua casa di riposo, fare pressioni pubbliche per esigere i tamponi e reperire altre collocazioni per separare il dimesso dall’ospedale o altri ospiti colpiti dal virus, magari anche utilizzando uno degli alberghi della città. Ora, vista l’inchiesta sul Trivulzio, dovrebbe svolgere un’inchiesta sul Sant’Erasmo e informare adeguatamente i cittadini su quanto è accaduto, sulle responsabilità e su ciò che si può fare ora per i nostri anziani ricoverati anche nelle altre RSA».

La RSA: «Dall’inizio dell’emergenza 26 decessi»

A un mese e mezzo dall’inizio della “emergenza Covid” la situazione della RSA, come comunicato oggi, mercoledì 8 aprile, dalla stessa casa di riposo è la seguente: 2 i decessi Covid positivi, 8 quelli con evidenti sintomi Covid (ma senza tampone), altri 5 con varie patologie e con deboli sintomi Covid (sempre senza tampone) e 11 per altre cause. Gli operatori in malattia sono attualmente 33. Le nuove assunzioni sono state 22: i servizi procedono quindi con 11 unità in meno rispetto all’organico pre-Covid. In merito ai tamponi, per gli ospiti l’ATS si è attivata per dare esecuzione alla delibera regionale del 30 marzo. L’auspicio è che, entro pochi giorni, si possa finalmente disporre di conoscenze precise sui contagi. Attualmente sono almeno 15 gli ospiti che destano preoccupazione per le temperature corporee sopra i livelli ordinari. Per quanto riguarda gli operatori, le regole regionali prevedono l’esecuzione solo ai lavoratori “sintomatici”: su 17 tamponi eseguiti sono stati rilevati 9 positivi e 8 negativi; 7 dei 17 dipendenti sottoposti a tampone hanno eseguito il secondo tampone evidenziando 5 esiti negativi e 2 positivi.

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