Piazza pulita a Legnano, Arensi verso il processo. Nuove accuse per Barbarese

LEGNANO – Il pubblico ministero di Busto Arsizio Nadia Calcaterra, titolare dell’inchiesta Piazza Pulita il 16 maggio 2019 portò all’arresto (e poi alla condanna in primo grado) dell’ex sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, dell’ex vicesindaco Maurizio Cozzi e dell’ex assessore ai lavori pubblici Chiara Lazzarini, ha depositato l’avviso di conclusione indagini a carico di Flavio Arensi, che Cozzi e Fratus sono accusati di aver assunto (in accordo con lui) con un bando “manipolato”, ovvero cucito su misura affinché fosse proprio lui il vincitore.

Un bando su misura

La procura si prepara quindi a chiedere il rinvio a giudizio anche per “l’uomo della cultura legnanese” coinvolto in seconda battuta nell’inchiesta. Atti inevitabili dopo la condanna in primo grado di Fratus e Cozzi anche per il capo di imputazione che chiama in causa anche Arensi.  L’accusa contestata è di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e si forma sulla base di alcune conversazioni WhatsApp datate settembre 2017 intercorse tra gli imputati al fine di affidare direttamente ad Arensi un incarico da 32mila euro per l’organizzazione di mostre con opere degli artisti Isgrò, Paladino e Pomodoro; artisti con i quali (o con le Fondazioni che ne gestiscono i lavori dopo la scomparsa nel caso di Pomodoro) Arensi aveva già contatti.

Tre mostre mai realizzate

Progetto bocciato dall’allora direttore generale con delega alla cultura, un no che avrebbe costretto i tre a rivedere i “piani” virando sull’idea del bando personalizzato. Bando al quale partecipano in due: Arensi e un secondo curatore ugualmente qualificato, stando agli inquirenti. A questo punto servirebbe uno scatto in avanti per portare a buon fine il presunto intento dei sodali. Di qui l’idea: per vincere il bando bisogna dimostrare di avere già un contatto diretto con i tre artisti. E Arensi, prontamente, deposita una lettera che lo dimostra ottenendo l’incarico. Nessuna delle tre mostre, tra l’altro, è mai stata realizzata. Isgrò fu cassato dopo aver rilasciato un’intervista nella quale criticava la Lega-Salvini. Divenne dunque inviso agli esponenti del partito e non più meritevole di esporre a Legnano. Quella mostra venne sostituita dall’evento “Paolo VI ritratto di un Papa”, che vide protagonista una sola opera di Bodini. Per quell’unica kermesse Arensi ricevette un acconto da 25mila euro liquidatogli dal nuovo dirigente organizzativo del Comune che nel frattempo aveva ricevuto anche la delega alla cultura.

Nuove accuse per Barbarese

Il pubblico ministero, verosimilmente, chiederà ad ottobre, mese in cui è fissata l’udienza preliminare per gli altri sei indagati a piede libero nell’inchiesta, ovvero Catry Ostinelli, Paolo Pagani, Enrico Barbarese, Enrico Maria Peruzzi, Luciano Guidi e Mirko Di Matteo, potrebbe chiedere la riunificazione dei fascicoli portando Arensi davanti al Gup insieme agli altri. Il giudice del primo grado Daniela Frattini, inoltre, ha rinviato gli atti al pm in relazione al reato di false attestazioni in atto pubblico a carico di Enrico Brabarese, ex dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune di Legnano (a sua volta già indagato). Barbarese dichiarò, per ottenere l’incarico legnanese, di non avere precedenti penali né di avere procedimenti pendenti in corso. Questo nonostante avesse già ricevuto l’avviso di garanzia in relazioni al suo coinvolgimento in un’indagine della procura di Livorno in relazione alla discarica di Rimatera. 

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