Rsa Accorsi di Legnano, Sos dei famigliari ai sindacati: «Siate al nostro fianco»

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LEGNANO – Il comitato Parenti degli Ospiti della Rsa Accorsi di Legnano invia una lettera aperta a Cgil, Cisl e Uil: «Il nostro è un Sos – spiegano – Il Comitato Parenti e voi dei Sindacati abbiamo incontrato gli stessi ostacoli. Le tutele che chiediamo tutti sono per il bene comune di lavoratori e ospiti delle Rsa». Alcuni famigliari degli ospiti hanno anche depositato un esposto in procura a Busto chiedendo ai magistrati di fare chiarezza sulla situazione. «Da quanto sappiamo, ora nella Rsa sarebbero al lavoro solo una ventina di membri dello staff sanitario, che stanno accudendo e curando circa 70 ospiti – proseguono gli aderenti al comitato – Una situazione di spaventoso sotto-organico. Chiediamo il vostro supporto, per noi e i nostri cari, anche e soprattutto proteggendo il personale sanitario e contribuendo alla qualità della vita nel loro luogo di lavoro, con tutte le modalità che riterrete adatte in concerto con i lavoratori»

L’intervento integrale del comitato

 

Siamo i parenti degli ospiti della Rsa Accorsi di Legnano. Vi stiamo inviando un Sos. Vogliamo ringraziare il personale sanitario che sta al fianco dei nostri cari, prendendosene cura in questi giorni difficili. Mandiamo un grande grazie anche ai sindacalisti che, durante l’epidemia, si sono spesi perché il personale potesse trovare le condizioni per operare al meglio, riducendo i rischi per la propria incolumità. Abbiamo ritenuto tanto importante la vostra lettera aperta del 16 aprile, in cui denunciavate i rischi che i lavoratori della salute stavano correndo, da allegarla all’esposto che abbiamo presentato alla Procura. Il Comitato Parenti e voi dei Sindacati abbiamo incontrato gli stessi ostacoli. Le tutele che chiediamo tutti sono per il bene comune di lavoratori e ospiti delle Rsa. Gli anziani sono fragili in se’, e lo sono tanto più ora. Sars-CoV2 colpisce con particolare violenza gli anziani e le comunità. Sta sconvolgendo le Rsa e le loro stesse strutture organizzative. Abbiamo segnalato ai gestori di Kcs Caregiver e alle autorità sanitarie la gravità della situazione nella struttura. Lo abbiamo fatto da subito, quando, ormai tre settimane fa, abbiamo capito che stava scoppiando un focolaio epidemico.
Purtroppo la nostra segnalazione non è stata presa nella dovuta considerazione. Ora la situazione è degenerata. L’urgenza di un intervento diventa assoluta. Ogni ritardo equivale a un bilancio di vittime ancora più tragico. Continuiamo a non avere informazioni ufficiali da Kcs sulla situazione all’interno della struttura. Da marzo ci sarebbero stati oltre 27 decessi su circa 100 ospiti, con almeno una
dozzina di anziani ricoverati negli ospedali. Da quanto sappiamo, ora nella RSA sarebbero al lavoro solo una ventina di membri dello staff sanitario, che stanno accudendo e curando circa 70 ospiti.
Una condizione di spaventoso sotto-organico che ci fa comprendere, con sgomento, come mai in alcuni dei nostri cari siano stati riscontrati segni di abbandono e disidratazione. Il sotto-organico, ci pare di capire, si è aggravato con l’avanzare dell’epidemia, che ha fatto ammalare anche molti lavoratori. Tra loro, quelli risultati positivi al tampone sarebbero una ventina. Temiamo che non ci sia più nessuno dei nostri cari che non sia stato toccato dal virus. Ci auguriamo che i più possano avere la fortuna di un decorso della malattia in forme lievi, e che se la possano lasciare alle spalle senza conseguenze, ma al momento i dati di mortalità non sono clementi con le nostre speranze. Di fatto, complice la totale mancanza di comunicazione con l’amministrazione, è impossibile per noi capire quanti di loro siano in pericolo immediato di vita. Temiamo che, in assenza di un intervento rapido ed efficace, le cose possano ulteriormente peggiorare. Continuiamo quindi a sollecitare Rsa Accorsi, Kcs Caregiver e le autorità perché si intervenga con ogni ausilio necessario e si faccia nel tempo più breve possibile.
Dobbiamo evitare che si arrivi al peggio. Al peggio del peggio. Noi tutti vorremmo trovare nel nostro ambiente di lavoro un clima sereno, dove si possa parlare liberamente e portare il proprio contributo, nell’interesse generale. Sappiamo tutti benissimo che ciò spesso non accade – per circostanze relazionali balorde, per inviti all’accondiscendenza, per il quieto vivere, per le guerre dei bottoni, per il
bisogno del pane. E sappiamo quanto spesso, anche in assenza di vere epidemie, i luoghi di lavoro rischino di ammalarsi e diventare disfunzionali. Questa totale mancanza di chiarezza da parte dell’amministrazione non può che farci domandare se ci sia o sia stata qualche dinamica poco felice nel vostro ambiente di lavoro, e se possa aver contribuito a innescare questa terribile situazione.
Voi che state accudendo e curando i nostri cari: sappiate che vi saremo sempre vicini
anche nella ricerca di un rapporto di lavoro il più possibile sano e libero da condizionamenti indebiti.
Vorremmo che ora, in questo dannato casino, possiate almeno sentirvi protetti dalla nostra comunità e dalla comunità di intenti di salvare più vite possibile. Di fermare insieme quest’onda di dolore.
Il nostro Sos va anche a voi donne e uomini dei Sindacati. Chiediamo il vostro supporto, per noi e i nostri cari, anche e soprattutto proteggendo il personale sanitario e contribuendo alla qualità della vita nel loro luogo di lavoro, con tutte le modalità che riterrete adatte in concerto con i lavoratori. Si scrivono comunicati e si mandano lettere aperte per stringere patti. Vorremmo stringere un patto con tutti voi, perché ci stiamo tutti dedicando a qualcosa di delicato ed importante. Ci impegniamo, come membri del Comitato Parenti, a dare supporto, attenzione, cura. Mettiamo nel piatto la passione per la verità e per la dignità di tutti. Oltre che l’immenso bisogno di tutelare i nostri cari. Ci piacerebbe avervi tutti al nostro fianco ed essere tutti noi al vostro fianco. Teniamo duro.

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