Librandi: il ministro Bonafede meglio come disk jockey. E su Varese…

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Gianfranco Librandi

Gianfranco Librandi, imprenditore di Saronno, parlamentare di Italia Viva. Il governo è sull’orlo della crisi a causa della prescrizione, che voi renziani osteggiate. Una questione dirompente, resterà l’esecutivo Conte?
“Non possiamo non essere preoccupati. Basta fare una rapida verifica sul numero dei deputati e dei senatori per rendersi conto della situazione. Italia Viva è determinante, se dovessimo votare in maniera difforme dalla maggioranza qualche problema potrebbe esserci”.

Sulla riforma della prescrizione il ministro Bonafede è categorico, però.
“Premessa: l’istituto della prescrizione non può essere cancellato, ce lo chiedono anche i cittadini. E’una questione di civiltà giuridica. In quanto ad Alfonso Bonafede diciamo che lo preferisco come disk jockey che come ministro. In quel settore aveva una carriera assicurata. Io dico: come si fa a intestardirsi sulla prescrizione quando i problemi veri sono altri? Pensiamo all’economia per esempio, e alle complicazioni che le derivano dal coronavirus. Altro che nuova legge sulla prescrizione”.

Quindi voterete la proposta di legge del forzista Enrico Costa?
“Certo che la voteremo”

Così il governo cadrà.
“Non abbiamo nessuna intenzione di aprire la crisi, non è il momento. Ma nemmeno siamo un partito di lobotomizzati al traino di Pd e Cinque Stelle”.

Non è il momento perché temete le urne?
“Assolutamente no, non è questo il motivo. Il Conte bis l’abbiamo voluto noi e, comunque, ritengo che la situazione generale non permetta di mandare tutto all’aria. Di certo, non adesso”.

Per via della congiuntura economica alla quale faceva cenno in precedenza?
“Per quella e per altro. Siamo in emergenza sanitaria, il coronavirus non va preso sottogamba. Condiziona l’economia e i rapporti internazionali”.

Con la Cina, soprattutto. Vero?
“Assistiamo a episodi inaccettabili verso la comunità cinese, dobbiamo aiutarla, non demonizzarla”.

In un certo senso, lei è parte in causa: ha un’azienda di oltre tremila dipendenti proprio in Cina, azienda che produce componentistica elettronica per l’illuminazione.
“Sì, nel Sud del Paese asiatico, che non è stato toccato dall’epidemia. Piano piano riprenderemo la produzione: lì è ancora tutto bloccato, ma i segnali di ripresa sono incoraggianti”.

Quali sono i ritorni sull’economia europea di una tale situazione?
“Non tutti negativi, perlomeno in alcuni settori. Ferma la produzione in Cina, aumentano gli ordini qui da noi”.

Anche nella sua fabbrica di Saronno?
“Diciamo che non abbiamo mai avuto cali produttivi nemmeno prima”.

Parliamo di Varese. Il sindaco Galimberti ha appena nominato un assessore di Italia Viva, Fabrizio Lovato, che ora è parte integrante della giunta di Palazzo Estense.
“Bene”

Come, bene?
“Bene, la politica varesina va a gonfie vele”.

Tutto qui?
Guardi, io sono legatissimo alla città di Varese, ci mancherebbe. Tant’è vero che ho in animo di contribuire in modo concreto alle sue attività nel mondo dello sport, che ha una storia prestigiosa”.

Librandi futuro e principale finanziatore della squadra di basket?
“A me piace il basket. Ma non dico di più”.

Torniamo al neo assessore di Davide Galimberti. Qual è il problema?
“Ribadisco: la politica varesina va alla grande”.

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