Lockdown dei treni tra Italia e Svizzera dal 10 dicembre? Frontalieri in allarme

VARESE – Rischio lockdown su rotaia tra l’Italia e la Svizzera: le nuove norme previste dal decreto Natale del governo Conte sono «inattuabili» per i treni transfrontalieri. Da giovedì 10 dicembre i convogli potrebbero fermarsi prima di varcare il confine, sia dal lato svizzero che da quello italiano. Lo stop è dato per certo sulle tratte internazionali a lunga percorrenza, mentre si attende il nuovo orario Tilo (la compagnia italo-svizzera partecipata da Trenord che copre le linee regionali transfrontaliere), in arrivo dal 13 dicembre, per capire se lo stop interesserà anche la tratta Lugano-Varese-Malpensa.

Le nuove norme

Impossibile, a detta dei responsabili del settore, la prosecuzione del normale servizio viaggiatori tra i due paesi. Le Ferrovie Federali Svizzere, interpellate dalla Tv pubblica RSI, hanno già preannunciato che nessun treno potrà varcare il confine italiano se non rispettando determinate norme che gli addetti ai lavori elvetici ritengono «inattuabili», come quella di sottoporre ogni singolo passeggero al controllo della temperatura. E così, dal 10 dicembre, quando le nuove disposizioni italiane dovrebbero entrare in vigore, i treni sulle tratte che fanno la spola tra il Canton Ticino e la provincia di Varese dovranno fermarsi prima di oltrepassare la frontiera. Fino al 17 gennaio, quando scadono i provvedimenti del decreto Natale. Per ora la sospensione della circolazione transfrontaliera vale solo per i convogli a lunga percorrenza per i quali FFS annuncerà nelle prossime ore il cambio di orario e condizioni del servizio, ma è del tutto plausibile che lo stop ai convogli che varcano il confine di Stato possa estendersi anche al traffico regionale servito da Tilo, impedendo così a circa 5.000 frontalieri di raggiungere in treno il posto di lavoro nella Svizzera italiana.

Le reazioni

Il consigliere nazionale del PPD svizzero Marco Romano parla di «decisione improvvisa, unilaterale e scoordinata dell’Italia», che rischia di scaricare «per oltre un mese circa 5.000 auto in più sulle nostre strade». Ma sono soprattutto i frontalieri a preoccuparsi di cosa potrà succedere in caso di blocco dei Tilo. «Sulla A2 (l’autostrada tra Chiasso e Lugano, ndr) sarà il delirio» pronostica un utente su una delle bacheche social dei frontalieri. «Non ha senso sospendere il collegamento, sui Tilo c’è relativamente poca gente» gli fa eco un altro lavoratore. In attesa di avere notizie ufficiali dalla compagnia ferroviaria, c’è anche chi già s’ingegna per trovare eventuali alternative, come fermarsi a Gaggiolo, passare il confine a piedi e prendere l’autobus a Stabio. Soluzioni che però rischiano di creare più assembramenti di quelli che le norme vorrebbero evitare.

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