‘Ndrangheta, voto di scambio a Lonate: chiesti 5 anni per Rivolta e Falvo

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Nella foto da sinistra l'ex sindaco di Lonate Danilo Rivolta e il re dei Caf Peppino Falvo

LONATE POZZOLO – Voto di scambio a Lonate Pozzolo nuova udienza oggi, lunedì 18 ottobre, davanti al Gup del Tribunale di Milano. Quella odierna è stata la giornata dell’accusa. Il pubblico ministero della Dda Alessandra Cerreti ha infatti concluso poco prima delle 14 la sua requisitoria chiedendo una condanna a 5 anni di carcere per l’ex sindaco di Lonate Danilo Rivolta, per il re dei Caf Peppino Falvo, per Cataldo Casoppero e per Salvatore De Novara, entrambi già coinvolti nell’inchiesta Krimisa che nel luglio del 2019 aveva portato ad una pioggia di arresti tra Lonate Pozzolo e Ferno. Il pubblico ministero ha invece chiesto una condanna a 4 anni per Francesca De Novara, ex assessore a Lonate con la giunta Rivolta. A parere dell’accusa la De Novara trasse naturalmente vantaggio dal presunto accordo ma non fu mai parte attiva nelle manovre per siglarlo il patto in questione.

L’arresto di Rivolta

La vicenda è nota: l’ex sindaco Rivolta (poi arrestato nel 2017) sarebbe stato eletto nel 2014 con 300 voti della ‘ndrangheta. E’ stato lo stesso Rivolta, dopo l’arresto il 16 maggio di 4 anni fa, a rivelarlo agli inquirenti decidendo di collaborare e facendo dichiarazioni tali da dare impulso alle due più importanti inchieste giudiziarie degli ultimi anni sul territorio: Krimisa, che ha smantellato la rinata locale di ‘ndrangheta Legnano-Lonate Pozzolo, e Mensa dei poveri che nel maggio 2019 ha decapitato Forza Italia in provincia di Varese e non solo con l’arresto del plenipotenziario degli azzurri Nino Caianiello. Rivolta ha, tra l’altro, ripetuto le stesse affermazioni in una recente puntata di Report.

Sul piatto 300 voti

I cinque imputati sono accusati a vario titolo di corruzione elettorale e scambio elettorale politico mafioso. «Nel febbraio, marzo 2014, Peppino Falvo venne da me e mi disse che i De Novara mi avrebbero appoggiato nella campagna elettorale», ha spiegato Rivolta agli inquirenti. «Franco De Novara in cambio voleva che la figlia Francesca venisse nominata assessore. Loro nel frattempo avrebbero provveduto a farmi prendere dei voti, Francesca De Novara ha preso 300 voti, la mia lista è stata supportata anche da Cataldo Casoppero e dopo la mia elezione ho effettivamente nominato la figlia di De Novara assessore alla cultura». Il 5 novembre toccherà alle difese. Sentenza attesa per il 24 gennaio 2022.

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