Mensa dei poveri: il maxi processo resta a Milano. Rifiutato il trasferimento a Busto

GALLARATEMensa dei poveri, il maxi processo resta a Milano. Il Gup rigetta le eccezioni di competenza territoriale di alcuni difensori: il procedimento con oltre 100 imputati e in fase di udienza preliminare dopo la riunione dei quattro filoni dell’inchiesta lo scorso 19 marzo su un presunto “sistema” di mazzette, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti e che ha visto tra i protagonisti l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello e l’ex europarlamentare di Fi Lara Comi, accusata anche di truffa al Parlamento Europeo.

Rigettate le eccezioni sulla competenza

Nella mattinata di oggi, lunedì 26 aprile, infatti, il gup Natalia Imarisio ha rigettato le eccezioni di competenza territoriale a favore o di Busto Arsizio o Novara avanzate da alcuni dei difensori di persone che hanno una posizione marginale. Durante l’udienza, ancora in corso in una delle aule in Fiera messe a diposizione del Tribunale, si sta discutendo dell’ammissione o meno delle dieci richieste di parti civili, presentate, tra l’altro dai Comuni di Milano e Gallarate, Amsa e Afol Metropolitana, quest’ultima per il coinvolgimento dell’ex dg Giuseppe Zingale, tra gli arrestati di due anni fa. Lo riporta l’Ansa.

Nino Caianiello vuole patteggiare

Il giudice oggi, stando al programma d’udienza, dovrebbe decidere sulle istanze di parti civili e incamerare le richiesta di riti alternativi. Tra queste anche quella di Caianiello che, tramite il suo legale, l’avvocato Tiberio Massironi, intende patteggiare ad una pena vicina ai 4 anni, questa la proposta in discussione. In caso di mancato accordo Caianiello chiederà l’ammissione al rito abbreviato.

Mensa dei poveri, via al maxi processo: 105 imputati. Le parti civili sono tredici

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