Mensa dei poveri, via al maxi processo: 105 imputati. Le parti civili sono tredici

milano processo mensa poveri

MILANO – Si è aperto alle 9 di oggi, venerdì 19 marzo, nell’aula Coral 2 allestita in FieraMilanoCity, il processo Mensa dei poveri. L’inchiesta ha spazzato via Forza Italia a livello regionale, portando all’arresto il 7 maggio 2019 del mullah Nino Caianiello, ex plenipotenziario degli azzurri in provincia di Varese, e dei suoi “uomini”. Due gli adempimenti discussi davanti al Gup di Milano Natalia Imarisio (per l’accusa era presente Adriano Scudieri, che ha coordinato le indagini insieme a Silvia Bonardi, Luigi Furno): la riunione dei tre filoni processuali (quello che ha visto la procura chiedere il rinvio a giudizio per 71 indagati e quello per cui il rinvio a giudizio è stato chiesto nel maggio 2020 per altri 34 indagati) e la costituzione delle parti civili.

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Il pm Adriano Scudieri

Sono 105 gli imputati

In tutto gli imputati del maxi-processo (qualcuno ha definito l’inchiesta “Mensa dei poveri” una “Tangentopoli 2”) sono 105.  Nel primo filone compaiono i nomi dell’ex consigliere comunale di Busto e coordinatore provinciale di Forza Italia Carmine Gorrasi, oggi unico imputato presente in aula, e del consigliere regionale e consigliere comunale di Cassano Magnago Angelo Palumbo. Nel secondo filone ci sono invece i nomi di Caianiello, del sindaco di Gallarate Andrea Cassani, del vicesindaco ed ex assessore a Bilancio e Partecipate Moreno Carù, dell’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi e dell’ex patron del Tigros, Paolo Orrigoni. Il terzo filone vede indagate 5 persone: il nome di spicco è sempre quello di Comi.

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Carmine Gorrasi in aula

Chi vuole patteggiare

In 11, è certo, cercheranno di tornare a patteggiare in udienza preliminare. Tra questi Stefano Besani, avvocato di Gallarate, Laura Bordonaro, ex presidente di Accam spa, Matteo Di Pierro, ex collaboratore dell’imprenditore Daniele D’Alfonso, Marcello Pedroni, all’epoca consigliere di Prealpi servizi, Alessandro Petrone, ex assessore all’Urbanistica di Gallarate, l’ex coordinatore di Forza Italia a Gallarate Alberto Bilardo, l’intermediario Pier Michele Miano e l’imprenditore Piero Tonetti. Nel novembre 2019 si erano visti rigettare dal Gip la richiesta di patteggiamento (il giudice per le indagini preliminari aveva ritenuto che applicare pene così basse di fronte a fatti gravi significasse avallare la possibilità concreta che gli indagati tornassero a commettere reati a discapito di quanti, fra imprenditori e professionisti, lavorano onestamente).

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Gli avvocati Luca Abbiati ed Ermanno Talamone

Le parti civili

Sul fronte delle parti civili sono tredici le richieste di costituzioni: Comune di Gallarate, il Comune di Milano, Accam, Prealpi Servizi, Afol Metropolitana, Acqua Novara Vco, A.m.s.a spa, Codacons, Società di tutela ambientale dei torrenti Arno Rile Tenore, Cpl Concordia Società Coop e Alfa. Oggi c’è stata la costituzione di parte civile senza discussione. Non è detto, quindi, che tutte le costituzioni saranno accettate dal giudice per l’udienza preliminare. La discussione slitta al 26 aprile. Salterà infatti, a causa dello sciopero delle camere penali di tutta Italia, l’udienza già fissata il 31 marzo. Bisognerà attendere quindi un mese per la discussione sulla costituzione delle parti civili, le eccezioni (in particolare relative alla competenza territoriale) e le richieste di ammissione ai riti alternativi. 

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