Mensa dei poveri, nuovi indagati: l’ex vicesindaco di Gallarate, la dirigente di Busto

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GALLARATE – Dall’avviso di conclusione indagini relativo al secondo filone di inchiesta di Mensa dei poveri emergono i nomi di nuovi indagati. Tra questi spicca quello del vicesindaco e ex assessore a Bilancio e Partecipate Moreno Carù (Forza Italia). Anche a suo carico i pm milanesi titolari dell’inchiesta hanno depositato il 415bis e si preparano verosimilmente a chiederne il rinvio a giudizio.

Carù indagato per turbativa d’asta insieme a Cassani

Carù (nella foto) rientra nell’inchiesta in relazione a una delle due accuse per turbativa d’asta mosse al sindaco di  Gallarate Andrea Cassani. Ovvero quella relativa una presunta nomina pilotata di 2 avvocati per un parere legale su un’azione di responsabilità intentata dall’ex giunta di centrosinistra contro gli ex amministratori di una municipalizzata tra cui lo stesso Caianiello. Con l’ex vicesindaco e l’attuale primo cittadino sono accusati in concorso Nino Caianiello, l’ex ras di Forza Italia in provincia di Varese, Alberto Bilardo, commissario di Forza Italia a Gallarate e consigliere di amministrazione di Accam, Michele Colombo, dirigente del Comune di Gallarate e Stefano Besani, legale di fiducia di Caianiello.

Cosa scrivono i pm

Tramite collusioni ed altri mezzi fraudolenti finalizzati a predeterminare l’esito della procedura negoziata, bandita dal comune di Gallarate, per l’affidamento dell’incarico di redazione di uno studio giuridico-legale e di un parere pro-veritate in favore degli avvocati Strampelli e Cerami, turbavano la relativa gara, facendo ottenere l’effettiva aggiudicazione a questi ultimi, mediante la costituzione di una commissione valutatrice presieduta dal dirigente Colombo, già responsabile unico della procedura di gara.

Allo scopo di ottenere un parere legale compiacente che potesse supportare la revoca dell’azione di responsabilità intentata dalla precedente giunta del comune di Gallarate nei confronti degli ex amministratori della società partecipate Amsc e Seprio Real Estate, tra cui Caianiello, Besani e Bellora, quest’ultimo suocero del Sindaco Cassani riuscivano, materialmente per il tramite di Colombo, ad affidare l’incarico di redazione dello studio giuridico agli avvocati Strampelli e Cerami, in assenza di una valutazione di effettiva idoneità ed al fine di raggiungere un esito predeterminato ex ante, nonostante la circostanza che, sotto il profilo economico, l’offerta di Cerami- Strampelli fosse, tra tutte, la più onerosa per l’amministrazione non avendo questi ultimi operato alcun ribasso rispetto all’importo fissato a base d’asta.

Un bando tagliato su misura

Secondo gli inquirenti gli indagati si sarebbero più volte accordati per veicolare l’incarico «A prescindere dal formale ed apparente espletamento della gara l’affidamento» arrivando a chiedere allo studio individuato «L’importo nel corso dei predetti incontri, il costo di tale consulenza al fine di inserirlo nell’avviso di gara quale così detto prezzo a base d’asta, atteso che Strampelli e Cerami avevano chiarito che per un cifra inferiore a quella di 30.000 euro non avrebbero accettato l’incarico».

Indagata la responsabile dell’Urbanistica del Comune di Busto

La seconda accusa per turbativa d’asta a carico riguarda l’affidamento dell’incarico per la redazione del Piano di Governo del Territorio. Con Cassani, per questo stesso reato sono indagati in concorso, Caianiello, Bilardo, l’ex assessore all’Urbanistica Alessandro Petrone, la dirigente del settore Urbanistica di Gallarate Marta Cundari, che si era sentita dire da Petrone: «A noi Giuliani piace» e Monica Brambilla, attuale dirigente del settore Urbanistica del Comune di Busto Arsizio.

Cosa dicono i pm

Tramite collusioni ed altri mezzi fraudolenti finalizzati a predeterminare l’esito della gara pubblica, bandita dal comune di Gallarate, per l’affidamento del servizio di redazione della seconda variante generale al piano di governo del territorio in favore del raggruppamento di professionisti facente capo a Giuliani Massimo, turbavano la relativa gara, e facendo ottenere l’effettiva aggiudicazione a quest’ultimo.

In particolare, mediante accordi previamente intervenuti tra Caianiello, Petrone, Bilardo e Cassani tesi a condizionare l’esito della gara, dapprima mediante la nomina di componenti della commissione valutatrice compiacenti e, successivamente, per il tramite dei commissari valutatori  Cundari e Brambilla, a far aggiudicare la gara mediante l’attribuzione di un punteggio di 95,37121 alla RT.P. con Capogruppo Arch. Massimo Giuliani, superiore di soli 0,16031 sul secondo in graduatoria e nonostante la marcata anomalia dell’offerta presentata dal RT.P. con Capogruppo Arch, Massimo Giuliani caratterizzata da un ribasso del 41,05% sul prezzo posto a base d’asta (euro 165.658,44).

Il Pgt a Forza Italia un “credito” politico per Cassani

Di fatto gli inquirenti descrivono un accordo politico: il Pgt a Forza Italia «Scelta a fronte della quale Cassani avrebbe maturato un credito per l’ottenimento di un successivo incarico in favore del partito della Lega».

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