L’ospedale di Busto inaugura il corso di infermieristica. «A servizio degli altri»

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BUSTO ARSIZIO – «Quando curi una malattia puoi vincere o perdere. Quando ti prendi cura di una persona vinci sempre». Con questo messaggio i 20 studenti laureandi hanno accolto le 35 nuove matricole del Corso di laurea in Infermieristica, inaugurato lunedì 12 ottobre in Aula Suor Bianca dell’ospedale di Busto Arsizio. Un messaggio stampato su magliette, che centra perfettamente il senso della professione: non esistono eroi, ma uomini e donne che assicurano cura, protezione.

Una professione al servizio degli altri

Durante l’inaugurazione del corso di laurea infermieristica, la dottoressa Elisabetta Balestreri, direttore didattico, ha voluto portare il suo saluto ai nuovi iscritti. «L’avvio di questo anno accademico è diverso da quelli passati e diversi sono gli auguri per ben iniziare e meglio proseguire. Avete scelto la professione che più di tutte è “con e per gli altri” e voglio darvi il benvenuto con alcune frasi dei nostri studenti, oggi non presenti fisicamente per atteggiamenti consapevoli e responsabili anti-Covid». Frasi incentrate sulla voglia di essere infermieri del domani: «per essere migliore, per la gioia di ricevere dallo sguardo, per offrire il meglio a chi ne ha bisogno, per esserci sempre e comunque per la vita e per una fine migliore, per dare un senso a tutto ciò».

Grazie da parte dell’Asst Valle Olona

All’evento hanno partecipato anche il direttore amministrativo dell’Asst Valle Olona, Marco Passaretta, che proprio agli studenti ha voluto esprimere la sua gratitudine. «Avete nelle vostre mani la professione del futuro. Un lavoro che si declina non solo in ambito ospedaliero, pensiamo ad esempio alle nuove figure degli infermieri di famiglia e di comunità. Voi siete un esempio bellissimo di determinazione, coraggio e civiltà: perché vi state formando per aiutare tutti noi, e della vostra scelta vi siamo grati».

Non è poi mancato l’intervento di Marino Dell’Acqua, direttore sociosanitario che ha attinto ai suoi vissuti. «E’ sempre un’emozione l’inizio del vostro percorso formativo, perché professionalmente nasco come infermiere e quindi conosco bene la vostra futura professione. Cercate di essere curiosi e aperti alle novità: oggi la professione di infermiere permette di approfondire aspetti di alta specializzazione sia tecnica sia relazionale, offrendo anche percorsi di carriera innovativi».

Vicini con cuore e con il corpo

Una professione in prima linea, perché, come ricordato dalla dottoressa Cristina Rota, in rappresentanza della classe docente, «in questi tempi di pandemia, dove la parola d’ordine è distanziamento, voi siete chiamati a fare l’esatto contrario. L’infermiere tocca il nostro corpo per dargli sollievo, cura, consolazione. La fisicità in questo ambito, il saper gestire un approccio clinico e umano corretto, è un aspetto delicatissimo e fondamentale, che si carica ancor più di senso in questi tempi eufemisticamente complessi».

La mattinata si è chiusa con i saluti di benvenuto anche da parte della direzione del Sitra (Servizio infermieristico tecnico e riabilitativo aziendale), da parte della Cappellania dell’Ospedale di Busto Arsizio (formulati da don Giuseppe e don Fabrizio) e dall’illustrazione delle norme organizzative e di comportamento (dad e didattica in presenza) e del patto di corresponsabilità del corso.

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