Luino, il sindaco Bianchi: «In ospedale l’emergenza sta diventando la normalità»

Il sindaco Enrico Bianchi e l'Ospedale di Luino

LUINO – Una lunga riflessione sui temi più caldi che riguardano l’Ospedale di Luino. Il sindaco della cittadina lacustre Enrico Bianchi in una lettera alla stampa ha voluto toccare uno per uno gli aspetti al centro della discussione politica in città, dalle difficoltà del Pronto Soccorso al personale «fortemente provato e scoraggiato» fino al caldo eccessivo nei reparti e alle prossime scelte da mettere in campo. Bianchi si rivolge anche all’assessore regionale Letizia Moratti, invitandola ad un confronto con i sindaci del Piano di Zona. Quindi sottolinea come l’emergenza, in nome della flessibilità, stia diventando la normalità.

L’invito all’assessore Moratti

Come amministrazione crediamo sia importante aprire una riflessione sul futuro della sanità luinese, dell’ospedale cittadino che pare incardinato in una dicotomia che va chiarita alla cittadinanza ed all’utenza da parte di chi amministra queste strutture. Dapprima registro, credo di poter parlare a nome anche dei sindaci del Piano di Zona con i quali in questi mesi vi è una forte interlocuzione non solo del piano sociale ma anche di quello sanitario, l’impegno diretto dell’assessore regionale al Welfare e alla Sanità, Letizia Moratti, che venerdì 28 luglio scorso ha incontrato il consigliere comunale di Luino Furio Artoni (Azione Civica per Luino e Frazioni), chiarendo alcuni passaggi sugli investimenti che arriveranno al nostro ospedale. Nel ringraziare anche l’avvocato Artoni, che presiede il Comitato per l’Ospedale di Luino 3.0 per il suo impegno, come lui vigileremo non solo sulle genuine intenzioni espresse dall’assessore Moratti, ma sarebbe importante averla assieme a noi all’assemblea dei sindaci del Piano di Zona con un appuntamento prefissato per poter spiegare quanto diverso è questo ospedale rispetto a molti altri in Regione Lombardia per peculiarità, punti di forza ma anche carenze e bisogni. Perché gli ospedali di frontiera in zone disagiate, ma questo l’attenta vicepresidente regionale lo saprà benissimo, meritano un’attenzione specializzata che è quello che andiamo ripetendo ormai da molto tempo. E siccome riteniamo giusto che ognuno veda con i propri occhi ciò di cui si parla, senza abbeverarsi a tifoserie o schieramenti, la invitiamo con piacere a fare ciò che ho fatto anche io con il suo medesimo spirito, senza appartenenze politiche perché, come sottolineato da Furio Artoni, la salute non ha bandiere o appartenenze.

La situazione dell’Ospedale

Normalmente le visite guidate non mi appassionano, nemmeno quelle turistiche. Preferisco studiare prima tutto ciò che voglio vedere e valutare poi se, in maniera indipendente ed obiettiva, quanto riportato da articoli, guide, libri o altro corrisponda in qualche modo a quanto descritto. Con questo metodo, senza cedere alle lusinghe di passerelle con foto, mi sono accinto a visitare e quindi verificare, anche in virtù del ruolo di autorità sanitaria locale, la situazione attuale dell’Ospedale di Luino. L’ho fatto nei giorni dove taluni si sono rivolti ai giornali. Ho sentito congiunti dei pazienti presenti, ho visto con i miei occhi operatori sanitari di ogni ruolo ed ho verificato la situazione “ambientale” del presidio di cui credo sia giusto mettere a conoscenza anche la stampa che non ha accesso alla struttura e che è giusto possa essere la più obiettiva possibile sentendo tutte le parti. Mi sono permesso, dopo opportune riflessioni non solo mie ma anche di altri sindaci, di chi conosce bene la materia sanitaria, di enunciare alcuni quesiti ai quali le autorità sanitarie e dirigenziali devono poter dare una risposta che potrebbe anche essere quella che non piace a noi, che non ci vede forse d’accordo ma una risposta l’utenza la merita proprio perché la situazione appare decisamente critica con livelli di disagio inaccettabili.

Le richieste alle autorità sanitarie

1. Da cosa nasce l’idea di aprire un reparto Covid a Luino? Sono state valutate le conseguenze sulle altre attività, sugli altri reparti? Il reparto Medicina riabilitativa è stato chiuso così anche i letti per subacuti. La Medicina ridimensionata a 14 posti in un momento in cui, vuoi per l’aumento della popolazione vuoi per la situazione climatica, c’è un inevitabile aumento di ricoveri difficili da smaltire. Prova ne è che i pazienti vengono ricoverati in pronto soccorso anche per più di 3 giorni con le inevitabili conseguenze di una ulteriore difficoltà operativa del pronto soccorso stesso e degli operatori che si aggiunge ad una carenza di posti di medicina sul territorio.

2. Sono rimasti solo 5 posti letto di ortopedia e 5 posti letto di chirurgia, tutti insieme appassionatamente a quelli di Medicina senza distinzione tra le specialità; quindi, tra le patologie da trattare e, questo credo sia importante da appurare per voi come dirigenza, anche senza distinzione tra pazienti uomini e donne. Questa evidente “promiscuità” operativa, non solo di genere, sta creando situazioni di stress per il personale che ha raggiunto livelli estremi. Sappiamo dal nostro ruolo di sindaci, quindi in qualità di primi responsabili della sicurezza sanitaria sul territorio, di personale fortemente provato e scoraggiato per la situazione che si è creata, operatori a disagio nel fornire risposte ai pazienti ed ai parenti di questi ultimi. Ora, lontano da me fornire suggerimenti in materia pure se l’ambiente sanitario l’ho frequentano professionalmente e per altri motivi ma apro un’altra riflessione. Abbiamo sentito dire di diverse gare andate deserte, di difficoltà, non solo a Luino, per la verità, nel reperire medici anche per una collocazione un po’ infelice dal punto di vista della viabilità e vicinanza ai grandi centri. Io, lo domando a me stesso, mi dico: ma se oggi portassi dei medici a fare un tour dei reparti dell’ospedale cittadino, visitare i piani e sentire lamentele di pazienti e parenti, forse di altri operatori per il caldo, per i turni, per il numero di medici che ha deciso di lasciare negli ultimi due anni, accetterebbero subito di fare un concorso per venire a Luino?

Emergenza e normalità

A proposito di temperature estreme: È previsto a breve il posizionamento di apparecchiature di condizionamento di emergenza per i reparti non ancora predisposti? Una richiesta scritta a tal proposito, in accordo col presidente del Piano di zona non ha ancora ricevuto risposta…. Anche qui qualche domanda la poniamo, non da medici, ma un po’ di logica ci aiuta. In caso di interventi chirurgici forse a soggetti già fragili, il grande caldo cui sono sottoposti questi pazienti nel reparto diluisce nel tempo le loro condizioni di ripresa? Devono forse ricevere, per esempio, più liquidi a sostegno del fisico rispetto al normale iter? Vista la situazione che si è creata non sarebbe stato più opportuno riprendere l’idea, già emersa e proposta anche in Consiglio comunale, di assegnare i pazienti Covid sub-acuti non solo del luinese al presidio di Cuasso al Monte che peraltro vanta una esperienza in bronco-pneumologia e che, a detta delle figure istituzionali preposte, rappresenterà un polo di ricerca e di cura di rilievo nazionale con importanti investimenti? Non sarebbe quindi il caso di partire già da ora senza turbare un equilibrio operativo che si mantiene con difficoltà sull’ospedale di Luino dove ormai l’emergenza, in nome di una flessibilità tanto apprezzata, sta diventando la normalità? Ad ascoltare l’ambiente del Luvini Confalonieri, anche ciò che di flessibile rimane, per paradosso rischia di spezzarsi. Abbiamo appreso da Letizia Moratti di una nuova Tac a Luino e questo ci rende felici, possiamo esserlo altrettanto per il piano di concorsi/assunzioni per la radiologia di Luino? L’Amministrazione di Luino, lo diciamo in conclusione stimati giornalisti, si è resa da sempre disponibile a comprendere le difficoltà dettate dal Covid, dall’ubicazione del polo sanitario, anche dai malumori che manifestati dagli operatori stessi e che da qualche tempo sono evidenti a tutti non solo in città. Non ci siamo mai sottratti nel proporre soluzioni con spirito collaborativo, prova ne è il lavoro svolto come Tavolo Tecnico all’interno del Piano di Zona e le proposte da lì scaturite. Accolte, ma ancora lontane dal realizzarsi. Ci siamo sottratti talvolta anche a voi giornalisti perché non volevamo in qualche modo essere tacciati di irridentismo perché prima, ora ed ancora siamo quelli del dialogo istituzionale serio, concreto, leale.

Condivisione con i sindaci

Come ho già espresso in consiglio comunale, l’augurio di tutti noi è che, proprio nello spirito della riforma regionale che prevede la partecipazione, la condivisione con le amministrazioni locali, si arrivi a un lavoro corale che tenga conto dei bisogni del territorio di cui i primi cittadini sono i primi interlocutori. Sindaci a cui non piace essere chiamati ad entrare negli ospedali a “censire” una serie di problemi che non sta a loro risolvere, almeno fino a quando non si scontrano con il principio di salute pubblica di cui sono strenui difensori se vengono a conoscenza di problematiche serie, come espresso dalle vigenti norme. Oggi queste problematiche le abbiamo rese pubbliche, ma già sono note visto la diffusione sulla stampa, a chi ha responsabilità manageriali in Sanità. Un’ultima considerazione: le rassicurazioni dei partiti, qualunque essi siano, quando non sono suffragate dalla realtà dei fatti non aiutano nessuno. Anzi ritengo imbarazzante che le risposte ai quesiti posti dai cittadini vengano espresse da figure palesemente di parte e che magari conoscono da vicino parte di quei complessi meccanismi che portano ad avere certi problemi. Questo non è il modo di rispondere alle giuste richieste del territorio che sulla Salute chiede risposte precise e atti concreti.