Per il dopo Maroni scendono le quotazioni di Zocchi: «Autocandidatura fuori luogo»

varese palazzo estense

VARESE – Niente vertice immediato del centrodestra varesino. Almeno non oggi (domenica 6 giugno). Il ritiro della candidatura di Roberto Maroni, per quanto sotto data (le elezioni sono tra quattro mesi) suggerisce rispetto nei confronti dell’ex ministro dell’Interno leghista, ma anche mente fredda. Ed è per questo motivo che il Carroccio si è preso qualche giorno di tempo per valutare la situazione. E non è nemmeno scontato che il candidato di coalizione sia Luigi Zocchi. Le cui uscite da “papabile” hanno avuto l’effetto di indispettire (e non poco) la base leghista. Che le ha accolte come un colpo di acceleratore fuori luogo. Detto questo, il presidente di Federfarma oggi è ancora l’uomo in pole position.

La rumba dei nomi

Si balla quindi la rumba. E in pista, accanto a quello del farmacista ci sono anche i nomi di: Matteo Bianchi, soluzione gradita a Salvini; Emanuele Monti, ipotesi remota perché il consigliere regionale ha già fatto sapere di non essere disponibile; Luca Marsico, (non va dimenticato il simpatico sondaggio di inizio aprile), il cui nome non convince tutti e Barbara Bison, la candidata della prima ora quasi impossibile da ripescare. A questi, la cautela, e anche il fatto che in campo c’è Gianrcalo Giorgetti, suggerisce di lasciare una casella vuota che definiamo Mister X e che potrebbe sparigliare e compattare allo stesso tempo.

Ricostruire le certezze

Il passo indietro di Roberto Maroni, per quanto fosse in preventivo, una volta messo nero su bianco ha comunque spiazzato il centrodestra varesino. Prima di tutto perché il nome del Bobo a capo dell’armata dava forza e certezza, tanto che, per quanto calato in maniera originale, ha subito compattato l’alleanza. E la dimostrazione arriva anche dal fatto che, finché Maroni è stato in campo, l’unica città in cui la coalizione non ha mai dato segni di nervosismo è stata proprio Varese. Anzi, davanti ai momenti di impasse, mai una volta Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno esercitato pressioni. Lasciando al candidato leghista e alla Lega tutto il tempo necessario per tirare le dovute conclusioni. Decisione che è arrivata ieri e che, con il passo indietro, ha aperto una partita che sembrava chiusa. A Varese. Per ora.

Scendono le azioni di Zocchi

Il primo a scendere in pista per la successione è stato Luigi Zocchi. Il nome del presidente di Federfarma circola da tempo ed è sempre uscito ogni volta che veniva messa in dubbio la candidatura di Maroni. Quello di Zocchi è un nome vero, non un’illazione. Dalla sua ha il fatto di poter fare da trade d’union tra leghisti e forzisti, la forza, ora che il campo è libero, per sostenere la campagna elettorale e i tempi che sono strettissimi e la decisione è da prendere molto in fretta (e lui è pronto). Ci sono però tre nodi non di secondo piano da sciogliere. Il primo è che il nome è girato un po’ ovunque, ma mai sui tavoli superiori al provinciale. Il secondo sono le dichiarazioni rese proprio da Zocchi, non prese esattamente bene dalla base leghista, la quale rumoreggia e in sostanza dice: “Fuori luogo e sbagliate nei tempi. E irrispettose verso il Bobo”.

Un leghista a Varese per raffreddare Busto

Il terzo ostacolo sulla strada Zocchi è la pace armata dei leghisti bustocchi. Che il Carroccio provinciale, dopo averla raggiunta, vorrebbe mantenerla. E l’unico modo per tenere sotterrata l’ascia di guerra in via Culin, è mettere un candidato sindaco leghista per palazzo Estense. Se così non fosse a Busto, sotto sotto, hanno già fatto sapere di essere pronti a chiedere il candidato: “Del resto – dicono – l’accordo provinciale si era chiuso con due candidati della Lega su tre città. E visto che siamo il primo partito del centrodestra, perché alla fine dovremmo ritrovarci con un suolo leghista in corsa per la fascia tricolore?”.

Caliendo: «Maroni ci darà una mano»

«La notizia del ritiro della candidatura di Roberto Maroni – scrive in una breve nota il commissario provinciale di Forza Italia Giacomo Caliendo – mi ha trovato impreparato perché le notizie delle ultime settimane facevano ritenere allontanata questa ipotesi ancorché prevedibile. Ero felice di poter partecipare alla campagna elettorale per la sua elezione a sindaco, memore della comune attività svolta quando eravamo negli anni dell’ultimo governo Berlusconi e della sua presenza ad alcuni miei interventi durante la campagna per il referendum sull’autonomia. Sono certo però, conoscendolo, che non farà mancare il suo aiuto, i suoi suggerimenti, la sua esperienza e conoscenza dei problemi di Varese che in parte sono problemi comuni a molte città italiane. E sarei felice di poter partecipare al suo fianco a qualche manifestazione del centrodestra».