L’unico esempio di ospedale unico non è buon viatico per l’ospedale nuovo unico

Il progetto del nuovo Ospedale è da anni soltanto in embrione e nelle ultime settimane è stato oggetto di informative da parte della dirigenza regionale, che ne hanno modificato i contorni, volendo assicurare la popolazione circa la riconversione degli attuali nosocomi e creando aspettative incongruenti rispetto alla proposta di Ospedale “Unico”. Tant’è che oggi  sarebbe corretto considerare quel che resta di questa proposta come “un ospedale uno e trino” ancora più complesso del precedente.
Invece la ripresa ripetitiva del tema ospedale “unico” da parte della maggioranza bustese “in fine vitae” avviene con dichiarazioni ed azioni che producono nell’opinione pubblica l’immediato paragone con le disfunzioni della gestione “unica” dei nosocomi esistenti. Mettersi in cattedra e spiegare alla popolazione che i dubbi sarebbero solo frutto di campanilismo o addirittura di scarsa propensione alla modernità, è il modo migliore per accentuare le obiezioni che non a caso si aggiungono giorno dopo giorno.
Si deve seguire un’altra strada, quella già indicata da chi non volendo mettere a repentaglio la necessità di giungere a nuove strutture specialistiche, pone oggi in primo piano il recupero immediato, concreto e duraturo della funzionalità dei servizi ospedalieri attuali, pretendendo che subito Regione riprenda la cura dei nosocomi esistenti dopo anni di progressive difficoltà.
Solo cosi si può affrontare un futuro inevitabilmente lungo nel quale i nuovi progetti dovranno necessariamente esser definiti nei loro contenuti clinici, organizzativi ed urbanistici, con il contributo di competenze specifiche, e verificati alla luce dell’auspicato rinnovato sistema sanitario regionale che chiede di promuovere servizi ai diversi livelli, dalla prossimità territoriale alle specialità.
Busto Arsizio non può pagare l’eterogenesi dei fini di azioni di propri Amministratori che pensano di possedere la chiave di volta dell’intero territorio intercomunale ma che agiscono spinti da un consenso interno alla città e dimostrano di non interpretare e gestire efficacemente  processi territorialmente complessi.

Maurizio Maggioni, candidato sindaco PD Busto Arsizio

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