BUSTO ARSIZIO – «La mobilità è un tema complesso. La politica deve coinvolgere, ma poi deve scegliere». La linea di Salvatore Loschiavo, assessore alla mobilità e alla sicurezza del Comune di Busto Arsizio, in carica da un anno in uno dei ruoli in assoluto più “sotto tiro” della giunta. «Un anno impegnativo ma entusiasmante – ammette l’esponente eletto con la Lista Antonelli – ho voluto la bicicletta e adesso pedalo, è vero. Io per primo ho cominciato a scoprire gli aspetti positivi della mobilità dolce, che è uno degli elementi della strada che abbiamo iniziato ad intraprendere».
L’intervista
«Nonostante le difficoltà, il bilancio è positivo, abbiamo gettato le basi per la città del futuro, che dovrà essere più digitale, più inclusiva e più a misura d’uomo». Nel corso dell’intervista, l’assessore Loschiavo ha toccato alcune delle tematiche più “calde” e controverse della mobilità in città. Focalizzando la «sfida enorme» del PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, «documento strategico con cui andremo a disegnare la città del futuro. Verso la città 30 e la città dei 15 minuti». Dove si viaggerà a 30 km orari per tutelare maggiormente le “utenze deboli” della strada, e dove si potranno raggiungere in 15 minuti a piedi tutti i servizi essenziali della città.
La sfida del PUMS
«Ci sono già quattro proposte, a breve selezioneremo la migliore – annuncia l’assessore – il PUMS è un percorso partecipativo, che richiederà i suoi tempi, mi auguro non più di un anno solare. La politica deve coinvolgere, ma poi deve scegliere. Raccogliere suggerimenti e critiche, ma assumendosi la responsabilità di compiere delle scelte. Il danno più grave sarebbe non scegliere». Tra i nodi da sciogliere le pedonalizzazioni, su cui Loschiavo ha le idee chiare: «Non deve essere il fine, ma lo strumento». Sull’esperimento della “zona 30” di Beata Giuliana, invece, l’assessore parla di «inizio promettente», anche se le opere non sono ancora completate.