Magrini: «La mia Provincia punta su sindaci e senso di responsabilità»

VARESE – Storica. Tra i vincitori c’è chi addirittura parla di vittoria epica. Del resto la sfida per la presidenza della Provincia (che si è giocata alle urne ieri lunedì 29 gennaio) si è prestata alla narrazione così come il risultato elettorale: Marco Magrini, sindaco della piccola Masciago Primo batte il gigante, Emanuele Antonelli, primo cittadino di Busto Arsizio, sesta città della Lombardia. Insomma, per i vincitori, ci sarebbe da sbocciare spumante da qui a settimana prossima. Invece (giusto per citare una canzone di Venditti), proprio quando pensi “che sia finita, è li che inizia la salita”. Già perché non sarà facile mettere insieme una maggioranza consigliare che di fatto non ha espresso il presidente.

Marco Magrini, qual è la prima cosa che farà da presidente?
«Castellanza ha il problema Perstorp, questione annosa che tocca da vicino i cittadini. Nei prossimi giorni da consiglieri e tecnici della Provincia mi farò fare il quadro della situazione per capire subito le prossime mosse che potremo portare avanti. Una cosa è chiara: voglio una Provincia che sappia essere vicina ai sindaci e ai cittadini e per farlo bisogna trovare un metodo di lavoro che possa coinvolgere gli amministratori nella gestione dell’Ente, ma soprattutto del territorio».

Con lei i sindaci torneranno a essere importanti quindi?
«Devono essere importanti. La Provincia è la casa dei sindaci e credo che l’unico errore di Antonelli sia stato quello di non aver coinvolto abbastanza gli amministratori locali. So bene che non sarà facile, ma sono convinto che vada fatto».

Magrini, il risultato è inequivocabile. Resta però da capire con i voti di chi, oltre al Pd e Terzo polo, ha vinto visto che ha incassato quasi seimila preferenze in più dell’avversario. Con chi ha vinto quindi?
«Se guardo ai voti dovrei dire con tutti. Battute a parte, ho vinto con il supporto fondamentale dei civici, ma anche del Partito Democratico e del Terzo Polo. Ma ci sono stati molti amministratori di centrodestra che mi hanno votato. Segnale importante che arriva da dentro i partiti se hanno scelto il candidato civico».

Però adesso sarà un problema tenere insieme la maggioranza di centrodestra, non crede?
«Più dei partiti che mio. Personalmente ho già detto come vorrò impostare il mio mandato. Sarò il sindaco dei sindaci e porterò in provincia le istanze dei primi cittadini. A quel punto ditemi voi quale sarà il consigliere che si vuol mettere di traverso. Si tenga conto anche di una cosa: io da consigliere provinciale non ho mai votato contro l’attuale maggioranza».

D’accordo, ma le deleghe le dovrà pur assegnare. Sicuro che tutti gli attuali consiglieri delegati daranno la loro disponibilità?
«Cambiamo il punto di vista. Dico che non sarà un problema di deleghe, che verranno assegnate sulla base delle competenze, delle capacità dei consiglieri e della rappresentanza territoriale. Io non escludo nessuno. Saranno semmai i consiglieri a dirmi: “No grazie”. Per questo credo che il problema l’avranno i partiti. E se pensano di governare come facevano con Antonelli, lo dico subito, io non sono disponibile».

In che senso, scusi?
«Ne senso che con Antonelli l’ingerenza dei partiti sull’ente Provincia si faceva sentire. Con me torneranno a contare gli amministratori e i consiglieri in base alle loro capacità».

Sta preparando “l’ingresso” in maggioranza del Pd?
«Il Pd quando ha deciso di sostenermi si è anche assunto una responsabilità importante. E ora non può tirarsi indietro, anzi se davvero crede nel mio progetto dovrà mettermi a disposizione i migliori profili amministrativi che saranno poi in grado di supportare la governance della provincia dei sindaci. Fermo restando che anche negli attuali consiglieri ci sono persone valide con le quali parlerò nei prossimi giorni».

Magrini, lei parla di dialogo ma i vertici del centrodestra ieri quando hanno lasciato Villa Recalcati, pur incrociandola, non le hanno stretto nemmeno la mano. Sicuro che potrà aprire un confronto con il centrodestra?
«Guardi le svelo un piccolo fatto accaduto tra ieri sera e questa mattina. Dopo la vittoria ho chiamato Emanuele Antonelli che non mi ha risposto, ma mi ha richiamato oggi. Segno che comunque c’è stima reciproca. E io posso assicurare che lui sarà uno dei sindaci che coinvolgerò di più sia perché ha guidato l’ente in questi quattro anni, sia perché non si può pensare a una provincia senza considerare una città come Busto. Insomma, per dialogare bisogna essere almeno in due. Io ci sono».