Violenze a Cassano Valcuvia, il presidente di Provincia Magrini: «Intervenire subito»

CASSANO VALCUVIAIl “caso” Cassano Valcuvia approda sul tavolo del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, che si riunirà il prossimo venerdì 23 giugno. Lo annuncia il presidente della Provincia di Varese Marco Magrini facendo riferimento a quanto avvenuto lo scorso sabato nel piccolo centro (nella foto sopra), con protagonisti i giovani ospiti della comunità che ha sede in paese. Gli animi si sono accesi fino ad arrivare ad uno scontro con i residenti, che ha avuto origine dopo che un ragazzo minorenne si è rifiutato di pagare il biglietto dell’autobus. E non si è trattato del primo episodio di questo tipo.

Vertice con il prefetto

«Cassano Valcuvia non può essere lasciata sola a combattere contro gravi episodi di violenza, bisogna intervenire subito». Questo è quello che questa mattina, lunedì 19 giugno, il presidente della Provincia di Varese ha comunicato al prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, che ha risposto fissando un incontro per venerdì. «Lo ringrazio sentitamente per la sensibilità mostrata», sottolinea Magrini, che poi entra nel merito di una questione che ben conosce avendo amministrato Cassano Valcuvia negli scorsi anni. «Già nel 2018 da allora sindaco di Cassano nutrivo forti dubbi sul posizionamento in un piccolo e tranquillo paese di una comunità di questo genere – dice – sia chiaro, le mie prese di posizione avevano a che fare proprio con i dubbi sull’ordine pubblico, ed infatti scrissi al Prefetto di allora circa la volontà delle cooperative di insediare qui la struttura per minori. Portandola poi via da un territorio come quello di Como».

Paese da non abbandonare

«Siamo tuttavia all’oggi, all’interno di un paese di 650 persone che non può e non deve essere abbandonato – continua Magrini – non sono intervenuto prima pubblicamente per rispetto del ruolo del nostro sindaco con il quale ci sono colloqui, ma oggi assieme vogliamo dire “basta”! Non sono episodi singoli ma sono una serie di fatti che hanno già visto intervenire le forze dell’ordine: mi riferisco anche alle aggressioni agli autisti degli autobus che difendono i propri passeggeri, vicende che sembra appartengano a ben altre latitudini». L’intervento del presidente della Provincia prosegue poi invitando le istituzioni a trovare insieme una soluzione. «Oggi da questo Comune parte un segnale allo Stato: non si fa un passo indietro e non in logiche di contrapposizione ma di naturale collaborazione. Abbiamo tutti una serie di quesiti da porre a chi gestisce questa struttura, questo gruppo di minori, domande che rivolgeremo in maniera ufficiale».

Cambio di passo

«Quello che chiedo, che chiediamo a tutti politica compresa, posto che questo gruppo di persone debba rimanere lì a Cassano visto quanto accaduto – ed anche questo è un punto che metterò sul tavolo, conclude Magrini – è un cambio di passo, di attenzione su una vicenda. Siamo certi di trovare interlocutori preparati, capaci, in grado di detonare una situazione che rischia di degenerare. Cassano Valcuvia non ci sta». Sul tema interviene anche l’onorevole Andrea Pellicini. «È un grave problema di ordine pubblico. Con la retorica dell’integrazione, si è scelto inopportunamente di impiantare 60 minori extracomunitari di diverse etnie, alcuni tra l’altro pericolosi, in un paese di 600 abitanti. Ritengo che l’esperimento debba finire perché questa è una bomba a orologeria. Se il sindaco vorrà chiudere la struttura per motivi di ordine pubblico, avrà tutto il mio appoggio».