Provinciali, il Pd scioglie le riserve. Corbo: «Sostegno alla candidatura civica di Magrini»

VARESE – Marco Magrini, candidato civico alla presidenza della Provincia di Varese, incassa il sostegno del Partito Democratico. La decisione è stata presa all’unanimità dal direttivo provinciale di ieri sera (giovedì 29 dicembre) e nei prossimi giorni il segretario provinciale Giovanni Corbo potrebbe dare qualche dettaglio in più sui motivi del sostegno. Che arriva «dopo un lungo e proficuo percorso che il partito ha fatto con i propri amministratori e con quelli dell’area civica e democratica».

Non è un candidato di bandiera

I dem, a livello di partito e su scala provinciale, hanno quindi sciolto le riserve. E hanno deciso di sostenere la corsa di Marco Magrini per Villa Recalcati. «Una candidatura che non è di bandiera – spiega Corbo – Magrini non è certo organico al nostro partito. È vero, il suo nome è stato fatto da alcuni nostri sindaci come ad esempio Davide Galimberti, ma il nostro resta il sostegno a una candidatura civica. Che può vincere».

Civismo e programmi condivisi

Una questione solo di tattica quindi? «No», risponde secco il segretario provinciale del Pd. «All’interno del partito ci siamo confrontati a lungo e dopo una serie di incontri il direttivo è arrivato a votare l’appoggio all’unanimità. Fatta sulla base di temi e programmi condivisi. In un’elezione di secondo livello e solo per il presidente, credo sia necessario guardare verso orizzonti più ampi e che vanno oltre il perimetro del proprio partito. In ballo ci sono temi quali la formazione, la mobilità, l’idrico. Materie che necessitano di visioni più ampie e condivise nelle gestione. Per questo crediamo che un civico come Magrini possa ben lavorare alla guida della Provincia».

Cambiare gli equilibri?

E, in caso di vittoria, cambiare gli equilibri? «Ripeto – ha concluso Corbo – il nostro sostegno a Magrini non è di testimonianza. Sappiamo anche che è civico e non è organico al Pd. Ora però un passo alla volta. Il che significa: prima lavoriamo per il candidato, poi vinciamo e solo a quel punto, a fronte della situazione che si è creata, si faranno tutte le altre valutazioni».