Frontalieri, l’impegno Lega: «Accordo per telelavoro e bonus per chi resta in Italia»

Da sinistra Stefano Candiani ed Emanuele Monti

VARESE – «C’è l’impegno della Lega per riattivare l’accordo sul telelavoro dei frontalieri». A dirlo in coro sono due esponenti del Carroccio: l’onorevole Stefano Candiani e il consigliere regionale (e capolista alle prossime regionali) Emanuele Monti. Sia il governo italiano che quello svizzero sono propensi a firmare una nuova intesa e sarebbe solo questione di settimane. Un altro aspetto sempre legato al territorio di confine è il bonus in busta paga, previsto da un emendamento leghista: l’idea è quella di “premiare” chi abita nei pressi della Svizzera ma decide di continuare a lavorare in Italia.

Accordo Italia-Svizzera in Senato

A fare il punto della situazione sono stati proprio Candiani e Monti, in una conferenza a distanza con l’onorevole collegato da Roma nel pomeriggio di oggi lunedì 30 gennaio. Il giorno che inaugura una settimana decisiva: sarà in discussione al Senato (indicativamente mercoledì) la ratifica del nuovo accordo Italia-Svizzera, in merito al quale la Lega ha presentato alcuni emendamenti e ordini del giorno. Tra questi un odg a firma di Massimiliano Romeo, con cui si chiede l’impegno del Governo a riattivare l’accordo relativo al telelavoro, che scade proprio alla fine del mese di gennaio 2023. Una richiesta avanzata dal territorio, in primis l’Associazione Comuni di Frontiera, e su cui si sono espressi nei giorni scorsi esponenti di governo come il luinese Andrea Pellicini (Fratelli d’Italia) e di opposizione, come Maria Chiara Gadda di Italia Viva.

Telelavoro, verso una nuova intesa

L’accordo amichevole sul telelavoro dei frontalieri sottoscritto nel 2020, in piena pandemia, cesserà di applicarsi il 31 gennaio: dal giorno successivo, l’1 febbraio, torneranno dunque in vigore le vecchie regole sulla tassazione del reddito da lavoro prodotto nei giorni di telelavoro. Da più parti, sindacati compresi, è giunta la richiesta di una flessibilità maggiore per i frontalieri senza che questo generi impatti particolari di natura fiscale. La Lega vuole andare proprio in questa direzione, come ha spiegato Candiani. «Nei giorni scorsi insieme al collega Pellicini lavorando assieme mi sono attivato nei confronti degli svizzeri per sondare la loro volontà per proseguire con l’accordo. Ho incontrato la prima segretaria dell’ambasciata svizzera, che conferma la loro volontà di una nuova intesa. Ne ho parlato col ministro Giorgetti che ha confermato anche la volontà del Governo italiano di procedere in quella direzione». Tecnicamente non è possibile prorogare l’accordo in vigore, in quanto in scadenza, e quel testo era stato pensato per la situazione di emergenza dovuta al Covid. C’è quindi bisogno di una nuova intesa. Ma i tempi non dovrebbero essere lunghi. «È un atto che viene fatto tra i due paesi: non c’è bisogno di ratifica ed è questione di qualche settimana». Nell’odg di Romeo si chiederà al Governo di impegnarsi per il rinnovo dell’accordo, sulla falsariga di quanto sottoscritto a dicembre dalla Svizzera con la Francia, che prevede una quota massima di telelavoro pari al 40% di tutta l’attività lavorativa. Un altro emendamento è relativo alla Naspi, con un’assicurazione integrativa per la disoccupazione.

Premio di frontiera

Un ulteriore emendamento che verrà presentato nei prossimi giorni in Senato, a firma Garavaglia e Romeo, vuole invece andare nella direzione di fornire un aiuto ai lavoratori dei paesi di confine che decidono di restare a lavorare in Italia. «Il nuovo accordo – continua Candiani – prevede una tassazione sui frontalieri nuovi: questo porterà del nuovo gettito che parte dal 2025 con 1,6 milioni di euro fino ad arrivare a 221 milioni nel 2044. L’emendamento prevede che vengano ripartiti negli stipendi dei lavoratori presenti nei comuni di frontiera da cui provengono i frontalieri stessi». Per fare un esempio un luinese che deciderà di lavorare a Luino invece di sconfinare in Svizzera riceverà così un bonus. «La necessità è quella di non rendere sterili dal punto di vista economico i territori di frontiera – spiega il deputato leghista – un po’ lo stesso concetto della carta sconto benzina. Si prevedono assegni premiali di lavoro alla frontiera a favore degli italiani che restano in Italia. Questo cuberà più di 200 milioni ogni anno: l’emendamento sarà inserito nella ratifica dell’accordo e diventerà una disposizione di legge». Nei prossimi mesi invece con il passaggio alla Camera Candiani intende portare avanti un lavoro con il collega Pellicini sulle imprese. L’obiettivo è di riaprire il tema della Zona economica speciale, affinché le aziende non si trasferiscano nella vicina Svizzera.

«Lavoro comune della Lega»

A fare da cappello l’intervento del consigliere regionale Emanuele Monti. «Ho raccolto le preoccupazioni dei residenti del nord della provincia sulla questione del telelavoro durante il tour La Lombardia che vorrei, soprattutto nelle tappe di Luino e Arcisate. Come Regione Lombardia mi sono attivato con l’aiuto di Candiani e Romeo, entrambi eletti nella circoscrizione elettorale che comprende Varese. Un lavoro comune della Lega dal territorio fino a Roma, verso un obiettivo di buonsenso». Il tema è stato poi ripreso in serata in occasione del consiglio comunale di Varese da Matteo Bianchi. L’esponente leghista ha ricordato il suo lavoro sul tema da deputato nella scorsa legislatura. «L’extragettito previsto dalla nuova tassazione dovrebbe contribuire ad alleggerire il cuneo fiscale ai lavoratori da questa parte del confine. Questo mi riempie di orgoglio perché è un argomento su cui mi sono impegnato».