Accordo fiscale Italia-Svizzera, via libera in Senato. Alfieri (Pd): «Grande risultato»

La dogana di Ponte Tresa, attraversata ogni giorno da migliaia di frontalieri

ROMA – «Finalmente, dopo due anni di lavoro, oggi al Senato in Commissione congiunta Esteri e Finanze abbiamo dato via libera al testo di ratifica dell’accordo fiscale Italia-Svizzera. A breve l’approvazione in aula». Lo annuncia all’ora di pranzo di oggi, 19 gennaio, il primo firmatario del provvedimento, il vice presidente vicario dei senatori Pd, il varesino Alessandro Alfieri.

50 anni dopo

Il documento aggiorna, dopo quasi 50 anni, gli accordi tra lo Stato italiano e la Confederazione elvetica sul tema del lavoro frontaliero e costituisce un nuovo quadro normativo di riferimento che ha l’obiettivo di salvaguardare l’economia di frontiera. Il testo approvato oggi tutela i comuni che potranno continuare ad erogare i servizi per i propri cittadini grazie al sistema dei ristorni che rimane garantito e alla creazione di un fondo specifico per progetti infrastrutturali e socio economici destinati ai territori di confine. Inoltre l’accordo consente a chi oggi è un lavoratore frontaliere di mantenere l’attuale regime fiscale fino al raggiungimento della pensione. I nuovi frontalieri invece, con l’introduzione dell’innalzamento della franchigia, avranno di fatto uno sconto fiscale rispetto al passato.

Il testo approvato dalla Commissione del Senato

«Grande risultato»

Oggi inoltre è stato approvato un ordine del giorno a prima firma del senatore Alfieri che impegna il governo ad innalzare l’indennità di disoccupazione per i lavoratori frontalieri che perdono il posto di lavoro. «È un grande risultato – continua Alessandro Alfieri – che ci rende estremamente soddisfatti. Il testo approvato oggi è frutto di un lungo percorso di ascolto, confronto e concertazione con le forze sociali e le comunità dei comuni di confine per cui mi sono speso in prima persona».

La soddisfazione dei comuni di frontiera

In merito all’approvazione in Senato ha diffuso una nota Massimo Mastromarino, presidente di Acif, Associazione Comuni Italiani di Frontiera.

Acif esprime la propria soddisfazione per il recepimento di alcune osservazioni che diventano testo di legge e in particolare:

– il riconoscimento della specificità e del ruolo dei Comuni di Frontiera circa le problematiche transfrontaliere oggetto dell’accordo in discussione, includendo l’Associazione tra i soggetti facenti parte di diritto della Commissione mista prevista dall’articolo 6, comma 1 del nuovo accordo fiscale;

– la garanzia in via strutturale ai Comuni di frontiera di risorse finanziarie, attraverso trasferimenti dallo Stato in conto capitale e in parte corrente ( quest’ultima elevata fino al limite massimo del 50% dell’importo annualmente attribuito), assicurando che non vi siano riduzioni delle risorse attualmente disponibili derivanti dal versamento dei ristorni da parte dei Cantoni in applicazione dell’Accordo del 1974 e pari, con riferimento all’anno 2019, a 89 milioni di euro;

– la revisione dei termini e delle modalità di determinazione dei Ristorni e in particolare della soglia del rapporto frontalieri/popolazione residente per l’attribuzione diretta ai Comuni che non potrà eccedere la quota del 3 per cento;

– il finanziamento di progetti di sviluppo economico e sociale nei Comuni dell’area di Frontiera, come individuati all’art. 2 del nuovo accordo, a valere sulle eventuali maggiori entrate derivanti dall’applicazione dell’Accordo, attraverso l’istituzione di un fondo per lo sviluppo economico e il potenziamento delle infrastrutture nelle zone di confine da utilizzare con il coinvolgimento dei Comuni dell’area di Frontiera;

– l’introduzione per tutti i frontalieri italiani che si recano a lavoro nei paesi confinanti o limitrofi all’Italia l’aumento della franchigia a 10.000€; la non imponibilità degli assegni familiari erogati dal Paese di lavoro; la deducibilità dei contributi per prepensionamento di categoria; l’istituzione del tavolo interministeriale sullo Statuto dei lavoratori frontalieri.

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