Malpensa, l’appello dei lavoratori Air Italy: «Discriminati rispetto ad Alitalia»

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MALPENSA – L’accordo in sede ministeriale siglato lo scorso settembre per i 1453 lavoratori di Air Italy fu chiaro: dieci mesi di integrazione prima del licenziamento. Per i lavoratori della compagnia aerea in liquidazione, a terra da dodici mesi, il tempo scorre inesorabile nella speranza di vedere un nuovo sbocco occupazionale prima della scadenza degli ammortizzatori sociali. Ma lo Stato e le Regioni (Sardegna e Lombardia) sembrano essersi dimenticati di loro. E lanciano un disperato appello: «Siamo prossimi al precipizio e privati totalmente della nostra dignità»

L’appello dei lavoratori Air Italy

Un gruppo di lavoratori Air Italy ha scritto una lettera lanciando un appello pubblico affinché sulla loro vicenda non si spengano i riflettori. In particolare evidenziano la disparità di trattamento rispetto ai colleghi di Alitalia, compagnia privata alla pari della ex Meridiana ma oggetto di continui aiuti da parte del governo. Di seguito il testo integrale.

I Lavoratori Airitaly hanno gli stessi diritti di tutti i lavoratori del Trasporto Aereo Italiano.

Pertanto devono essere compresi nel progetto di creazione della NEWCO del Trasporto Aereo (ITA), che non può essere a riprotezione dei dipendenti di una singola Compagnia, così come invece sta accadendo.

Discontinuità è la parola d’ordine da tutti invocata e deve accompagnare il Piano Industriale di ITA.

Stiamo parlando della nostra realtà lavorativa, di 57 anni di storia in Aviazione Civile Italiana, con personale altamente specializzato in quella che è sempre stata la stessa Compagnia (denominata Alisarda, Meridiana, Meridianafly e infine Air Italy) e con nessun caso di incidente aereo registrato negli anni.

Meridianafly, rinominata poi Airitaly a monte della joint venture con la Compagnia dello stato del Qatar (alias QATAR Airways), è una Compagnia storica con un altissimo livello di professionisti: piloti, assistenti di volo, tecnici, personale di terra e con un network invidiabile sul mercato domestico, che includeva la continuità territoriale con le isole italiane.

Ha lavorato anche come vettore importante sul medio e lungo raggio, collaborando con primari tour operators e con un ampio network mondiale.

Tutto questo è stato distrutto da un management distratto in meno di 2 anni, sfociando in una liquidazione in bonis improvvisa e inaspettata, che sta portando alla distruzione di un’azienda di grandi dimensioni, senza peraltro aver preventivamente informato gli organi governativi competenti (MISE, MinLav, MIT) e senza aver valutato seriamente eventuali alternative.

Il Governo Italiano, nel 2016, si è preso la responsabilità di siglare e condividere l’accordo tra Qatar Airways e Meridianafly, con il nuovo nome AIR ITALY, nuova realtà che avrebbe promesso (a detta degli investitori) un’ imponente espansione ed un rilancio del vettore.

Di fatto, sono stati richiesti pesanti sacrifici occupazionali, che hanno portato al licenziamento di moltissimi lavoratori.

I politici, che hanno siglato tale accordo, si sono presi anche l’impegno di vigilare sull’operato dei soci (cosa che non è stata mai fatta) ed ora hanno la responsabilità di salvare i lavoratori AirItaly, rovinati da tali scellerate scelte politiche e commerciali.

Dall’11 Febbraio 2020, data della comunicazione di messa in liquidazione ai lavoratori, abbiamo assistito ad un incessante e laborioso lavoro di smantellamento dell’azienda, commissionato ai liquidatori nominati da parte dei due ricchissimi proprietari e ad una inspiegabile e totale assenza di impegno per ricollocare la risorsa principale di una Compagnia Aerea: personale altamente qualificato e addestrato per operare in tutto il mondo.

Peraltro il Governo Italiano ha anche mostrato un’importante apertura sulla possibilità di un futuro per i dipendenti Airitaly, dichiarando di dare mandato a chi guida la Newco (ITA) di valutare l’acquisizione di assets di Airitaly dai commissari preposti alla liquidazione in corso.

Ora la politica ha le sue responsabilità su quanto accaduto e non può e non deve permettere discriminazioni tra professionisti dello stesso comparto lavorativo.

Airitaly e Alitalia, sono entrambe private, entrambe hanno avuto un partner medio-orientale, sono vittime di scelte sfortunate e detentrici degli stessi e altissimi livelli di competenza.

I fondi disposti dall’Unione Europea, per sovvenzionare l’intero settore dell’Aviazione Civile Italiana e per creare un vettore unico nazionale, non possono essere l’ennesimo “prestito ponte” da impiegare solo per salvare i dipendenti di Alitalia.

Come richiesto dall’Unione Europea sulle modalità di utilizzo del Recovery Fund, la NEWCO si deve creare sul principio di discontinuità dal passato, deve essere concepita per rigenerare il settore del Trasporto Aereo in Italia e non deve prevedere canali preferenziali nel coinvolgimento delle relative competenze.

Al contempo, in Airitaly non possiamo accettare che, nel silenzio più assordante, il nostro problema si risolva tra qualche mese facendoci sparire dal mondo dell’Aviazione Civile Italiana.

Consapevoli dell’emergenza Covid in atto e dell’attuale contrazione del mercato, serviranno ben più di quattro mesi per rilanciare l’occupazione nel settore e per essere coinvolti nel progetto ITA. Auspichiamo quindi un prolungamento della cassa integrazione come ”conditio sine qua non” per rimanere all’interno del comparto del Trasporto Aereo Italiano.

Ci appelliamo alla Vostra onestà morale, professionale ed intellettuale, contando sul progetto inclusivo riguardo la nostra permanenza nel comparto Trasporto Aereo Italiano in tutte le sue peculiarità.

Contiamo sulla Vostra sensibilità nei confronti di  1500 professionisti, responsabili delle loro 1500 famiglie, prossimi al precipizio e privati totalmente della loro dignità.

Air Italy, fine ingloriosa. Stoviglie e coperte vanno all’asta

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