Dopo-Bridge, i sindaci frenano Malpensa. Sea: «Questi volumi non prima del 2026»

VARESE – Il Bridge è finito e sullo sviluppo futuro di Malpensa emergono già le preoccupazioni dei sindaci del territorio dopo lo “stress test” che prelude alla possibilità di una crescita che porti lo scalo ai 30 milioni di passeggeri. Ma Sea rassicura: «La crescita sarà sostenibile. I volumi del Bridge li raggiungeremo non prima del 2026-2028». Lo si è scoperto questa mattina alla riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal Prefetto di Varese Enrico Ricci a Villa Recalcati, un summit chiamato a fare un bilancio conclusivo dell’operazione che ha visto in prima linea il territorio e tutti gli enti che vi operano.

Sea: al T1 più 50% di traffico

In rappresentanza di Sea c’era al tavolo, tra gli altri, il direttore dell’airport management Alessandro Fidato, braccio destro dell’amministratore delegato Armando Brunini. «Siamo orgogliosi, Malpensa ha retto bene, abbiamo gestito il traffico di due aeroporti, con 3,4 milioni di passeggeri ad agosto, 3,2 milioni a settembre e 2,9 a ottobre e un incremento di movimenti medio del 45% e di traffico del 35%, che però al Terminal 1 ha toccato il 50% medio. Eppure i livelli di servizio sono stati buoni, dopo la prima settimana di rodaggio non si è registrata nessuna particolare criticità». Il Bridge è stato «un successo non solo di Sea ma di tutte le istituzioni, enti di Stato e di tutta la comunità aeroportuale». Uno “stress test” che ha funzionato e che, parole di Fidato, è stato «importante per individuare azioni di miglioramento da portare avanti», nella consapevolezza che «c’è tutto il tempo per metterle in atto», visto che la stima del gestore di Malpensa è di arrivare ai volumi di traffico del Bridge «non prima del 2026-2028».

Le rane bollite del Cuv

«Non vogliamo fare la fine delle rane bollite, che messe nella pentola a fuoco lento non si accorgono che stanno per cuocere». Il sindaco di Somma Lombardo Stefano Bellaria s’improvvisa portavoce delle preoccupazioni degli amministratori del Cuv, per esternare una riflessione che poi sarà condivisa da diversi suoi colleghi del territorio. «Io non trarrei automaticamente le conclusioni dopo il Bridge, perché gestire tre mesi eccezionali, chiedendo anche uno sforzo al territorio, non significa essere già pronti per quei volumi di traffico – sostiene Bellaria – anche la comunicazione è importante: far passare il messaggio di un test superato, che siamo pronti per i 35 milioni di passeggeri, io non lo avrei detto. È vero che si è gestita bene l’emergenza, ma le carenze infrastrutturali a livello di collegamenti rimangono». Anche il sindaco di Lonate Pozzolo Nadia Rosa concorda sul punto: «Quoto Bellaria parola per parola. L’emergenza è una cosa, la crescita strutturale un’altra, molto diversa. Pianificazione e confronto sono le parole chiave per il futuro, considerando che i rumors sul Masterplan lasciano presagire che una parte di territorio dovrà essere sacrificata. Discutiamone: secondo noi ci deve essere un limite fisico all’espansione, che non è possibile superare».

Un tetto allo sviluppo

Fissare un tetto allo sviluppo di Malpensa è un tema che ritorna: «Quale numero massimo di movimenti? – chiede ancora Bellaria – sul Masterplan siamo disponibili a confrontarci e a portare proposte, per rendere compatibile e sostenibile dal territorio una struttura che è un fattore economico importante per la nostra provincia». E il sindaco di Casorate Sempione Dimitri Cassani introduce l’altro tema ricorrente, quello del rumore degli aerei: «Il disagio percepito è stato minore di quanto ci si aspettasse, ma comunque si è registrato un incremento importante su dati già di per sè al limite. Pensiamo al superamento costante dei 60 decibel alla centralina di via Monte Rosa. Confido che ci sarà tempo per intervenire sul rinnovamento delle flotte e sullo studio di correttivi per abbassare il livello di inquinamento acustico e atmosferico».

Sea: «Nessuna fuga in avanti»

Dopo gli interventi dei sindaci, il manager di Sea Alessandro Fidato ci tiene a precisare: «Non c’è nessuna intenzione di fare fughe in avanti, siamo per una crescita sostenibile e abbiamo le idee chiare su come fare sviluppo senza aggravare l’impatto sul territorio. Ma è Malpensa che è stata progettata per questi volumi: alla fine del 2019 faremo 225 milioni di movimenti, che sono inferiori ai 265 milioni del record in era pre-dehubbing».

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