Malpensa, la chiesa mai nata di Mario Botta voluta dal Cardinal Martini

Malpensa cappella mario botta

MALPENSA – Un trifoglio, costituito da tre semicilindri, appoggiati attorno ad uno spazio centrale, che si innalzano sino a raggiungere un’altezza di circa trenta metri da terra. Così Mario Botta aveva concepito la cappella dell’aeroporto intercontinentale di Malpensa che sarebbe dovuta sorgere con una struttura imponente e autonoma accanto al Terminal 1, collegata al Piano Partenze con una passerella posta a 14 metri dal suolo. «Venne anche il Cardinale Carlo Maria Martini per la posa della prima pietra», ricorda il celebre architetto svizzero che quest’anno celebra i 25 anni dell’Accademia di Architettura di Mendrisio. Ma la chiesa di Malpensa – «un progetto interessante perché sarebbe stato un raro esempio di cappella ecumenica», ovvero un luogo di culto aperto sia ai fedeli di religione ebraica e ai cristiani di ciascuna divisione – non venne mai costruita. Colpa di un cambio repentino ai vertici di Sea, che commissionò l’opera, ma soprattuto degli alti costi di realizzazione.

Malpensa cappella mario botta

Il progetto

Nello studio di Botta a Mendrisio resta il modello, gelosamente custodito in una cassa di legno, nei suoi archivi gli schizzi che ci ha gentilmente messo a disposizione (vedi la Photogallery).
Il progetto della Cappella dell’aeroporto di Malpensa 2000 risale al 1997. Sviluppata su una superficie utile di 364 metri quadrati per un volume complessivo da 14mila metri cubi, la chiesa a forma di trifoglio era stata concepita collegata all’edificio delle partenze internazionali da una passerella posta a 14 metri dal suolo.
L’immagine è quella di un triangolo con gli angoli tagliati, circondato da tre semi-cilindri inscritti in un cerchio. I cilindri allungati, tagliati da un piano a 45 gradi, raggiungono un’altezza di 31 metri da terra. Le loro sezioni sono tetti trasparenti in vetro. L’accesso avviene dall’alto. Sui quattro livelli sotto l’entrata, si trovano rispettivamente la cappella, gli uffici, una sala polifunzionale e spazi tecnici. La forma triangolare della base raggiunge un’altezza di 14,5 metri nella parte centrale. La circolazione verticale avviene attraverso uno dei cilindri, mentre gli altri due sono dedicati al pulpito e all’altare. La struttura portante è in cemento armato mentre le pareti esterne e parte di quelle interne sono rivestite in pietra rossa di Verona.

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Farei solo chiese

La progettazione di luoghi sacri è per Botta una delle massime espressioni del suo lavoro. E la chiesa-sinagoga del T1 sarebbe potuta essere per Malpensa una firma d’autore di notevole valore architettonico. «Se io potessi oggi farei solo chiese», ha detto l’archistar ticinese in una recente intervista su Platinum. «Non c’è niente di più affascinante che confrontarsi con una storia millenaria, in un contesto per giunta in cui le funzioni non sono strettamente necessarie. A differenza di un teatro, che deve rispondere a certi schemi, la chiesa è fatta da un altare e dal popolo dei fedeli. Non ha altro. E non è mai cambiato da duemila anni. A me questo piace, perché l’architettura qui non è dare una soluzione tecnica e funzionale, le vere risposte che si danno sono emotive, metaforiche, simboliche. La forza della chiesa oggi è di essere uno spazio condiviso di silenzio e di riflessione, uno spazio apparentemente negletto in una società secolarizzata come la nostra che invece diventa una perla di umanità, un luogo dove sei obbligato a confrontarti con una storia e con un territorio di memoria».

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