
Gentilissimi, abbiamo letto dell’iniziativa del Ministro Matteo Salvini volta a sbloccare Cargo City dopo il freno messo dal Masterplan, come già detto in passato.
Secondo la nostra opinione la decisione della Commissione non ha alcun elemento perché possa essere sindacata. Non è accettabile un’interferenza politica riguardo a decisioni tecniche ineccepibili e super partes.Al di là delle opinioni nel merito, mettere in discussione i suoi esiti e delegittimare gli organismi tecnici significherebbe consegnare la valutazione ambientale alla pura discrezionalità dei decisori politici.
Viene detto dalla Commissione Tecnica che l’aeroporto di Malpensa è certamente una ricchezza per il territorio, ma questa (ricchezza) non deve essere un plausibile motivo per poter distruggere la brughiera, un patrimonio naturale unico in Europa. Servono delle regole precise per le quali Cargo City non debba essere esteso al di fuori dell’attuale sedime aeroportuale.
I Ministri Giorgetti e Salvini, che vivono e frequentano il territorio varesino, che senso ha che abbiano proposto un decreto volto a rendere non operativo il parere della Commissione e realizzare in toto Cargo City anche al di fuori del sedime aeroportuale. Viene elevata così l’espansione di Cargo City ad “interesse strategico” con un decreto che ha messo a tacere chiunque voglia tutelare la brughiera, fosse anche un’istituzione dello Stato. Noi diciamo che è ora che si capisca che le valenze ambientali sul nostro territorio, se ben organizzate, siano capaci di produrre reddito.
I Ministri Salvini e Giorgetti hanno dimostrato di non volere seguire questa strada che, secondo noi, è essenziale solcare. Non si continui a dire che la motivazione alla base della nostra azione è guidata ideologicamente. Questa sarebbe una erronea congettura per poter scacciare quelle che sono le nostre proposte senza valutarle. La nostra storia e le nostre azioni dimostrano che non vi è alcun rapporto tra quello che vorremmo venga fatto e ciò che è il nostro scopo sociale: aumentare la qualità di vita dei cittadini e non consentirne la completa diminuzione distruggendo l’ambiente entro cui vivono.
Arturo Bortoluzzi
presidente Amici della Terra