Malpensa, ospedali, inquinamento: Legambiente chiama in causa il prefetto

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GALLARATE – L’impatto di Malpensa sul territorio preoccupa Legambiente. Il tema della sicurezza e del ruolo degli ospedali del circondario, con vista sull’ospedale unico Busto-Gallarate, le questioni infrastrutturali e, ultima ma non ultima, quella dell’inquinamento hanno costituito gli argomenti discussi con il prefetto Enrico Ricci. Un incontro, quello svoltosi a Villa Recalcati, che è servito per fare il punto sulla presenza dello scalo internazionale nel Gallaratese. Ecco la nota diffusa dal Circolo di Legambiente di Gallarate per sintetizzare i contenuti della riunione.

Si è volto nei giorni scorsi un incontro in Prefettura tra il Prefetto Enrico Ricci, il Viceprefetto Roberto Bolognesi ed una piccola delegazione composta da rappresentanti di Legambiente Lombardia e del Circolo Legambiente di Gallarate, in un clima molto affabile e sinceramente partecipato. Un incontro che ha mostrato la consapevolezza della Prefettura di dover servire il Territorio.

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Il prefetto Enrico Ricci

L’argomento cruciale della segnalazione di Legambiente è stato richiedere il piano d’intervento per affrontare i rischi esterni all’aeroporto, specie in situazioni di emergenza ospedaliera, un piano aggiornato alle novità presentate dalla stampa locale. E’ ciò che Legambiente richiederà presto a Regione Lombardia e all’ATS Insubria, con preciso riferimento all’aeroporto e agli ospedali vicini. Infatti la gente del posto vive male, con un senso di insicurezza che cresce sempre di più a causa della continua e manifesta volontà di SEA di prevaricare sul territorio, nonostante le buone promesse di SEA stessa, promesse nel tempo continuamente ribadite ma sconfessate dai fatti.

L’incontro in Prefettura è stata per Legambiente l’occasione per rilanciare alcuni punti fermi della propria linea propositiva: il valore internazionale del corridoio biologico e naturalistico del Parco Ticino, le gravissimi criticità atmosferiche, la necessità di valutare la situazione complessiva in base al cumulo degli impatti e non per comparti separati (il sedime di Malpensa, i sorvoli delle abitazioni, il traffico stradale, la conurbazione, ecc.), la necessità di valutare il rumore non attraverso le medie, ma i picchi puntuali.

Si è inoltre parlato delle infrastrutture viarie, delle difficoltà a tutti note della 336, della mancanza di percorsi ciclabili che uniscono gli abitati tra loro e all’aeroporto, ovviamente fin dove è concesso dalle norme di sicurezza.  Si è toccato il problema delle strade e dell’urgente necessità di una valutazione consapevole, dal momento che il traffico su gomma ed il conseguente inquinamento non diminuiscono con la realizzazione di nuove strade.

Legambiente ha ricordato le vecchie prescrizioni del Decreto d’Alema, del 1999, tuttora in vigore, alcune delle quali mai attuate (ricordiamo, ad esempio, il divieto dei voli notturni e la realizzazione di una fascia forestale attorno all’aeroporto) e delle irrealizzate compensazioni a sua tempo stabilite. Sono stati ripercorsi i passi dai primordi di Malpensa 2000 ad oggi e sollevata l’evidenza che manca non solo una V.A.S. complessiva dell’intero territorio impattato, ma addirittura una Valutazione Ambientale puntuale, che riesca a descrivere i veri impatti causati dall’aeroporto. Eppure, nonostante le sonore bocciature delle V.I.A. presso il Ministero Ambiente, SEA si ostina a proporre la crescita dei propri prodotti, essenzialmente voli e parcheggi, nella speranza di poter ottenere il via libera legale.

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