Malpensa, 20 associazioni in presidio contro il Masterplan: «Il territorio reagisce»

Malpensa protesta no masterplan

MALPENSA – «Chi non rispetta l’ambiente non rispetta il lavoro». Con questo slogan venti associazioni del territorio hanno organizzato un presidio contro il progetto di espansione di Malpensa contenuto nel Masterplan 2035 in fase di Valutazione d’impatto ambientale al Ministero per la Transizione ecologica.

Il presidio 

La manifestazione si terrà sabato 22 gennaio dalle 10 alle 13 davanti alla Porta 15 del Terminal 1. Aderiscono venti sigle, tra cui: Unicomal, Salviamo la Brughiera, Legambiente Lombardia, Lipu Lombardia, Ripuliteci l’Aria Varese, Amici della Terra Varese, Laudato si’ Busto Gallarate, Wwf Lombardia, Acli Gallarate e Zona, Ambientiamo, Diritto alla Salute del Varesotto, Cittadini di Varallo Pombia per l’aeroporto di Malpensa, Salute e Natura ad Arsago. 

Spiegano i vertici di Unicomal: «Molti sono stati i temi trattati nelle osservazioni che abbiamo inviato al ministero. Citiamo ad esempio la mancanza di una Vas (Valutazione Ambientale Strategica) del territorio attorno a Malpensa, l’importanza della brughiera, la salvaguarda di settori boschivi importanti per l’ecosistema, il consumo di suolo in un territorio già fortemente antropizzato, l’utilizzo delle infrastrutture stradali senza una pianificazione coerente sul territorio, le inadeguate compensazioni, la situazione occupazionale precaria e la situazione sanitaria derivante dalla presenza di Malpensa. Questi sono i temi che vorremmo portare all’attenzione pubblica, per cui invitiamo le persone interessate e sensibili alle tematiche esposte a venirci a trovare al presidio che, seppur limitato al numero di partecipanti, ci consentirà di dialogare e confrontarci sui temi ambientali ora più che mai attuali. Il territorio reagisce». 

La protesta 

Di seguito i punti fermi della protesta sottoscritti dai coordinamenti, comitati e associazioni aderenti al presidio del 22 gennaio: 

No all’aumento della superficie della cargo city di numerose decine di ettari (la provincia di Varese è una delle principali consumatrici di suolo italiano), autentica cementificazione senza regole.

al mantenimento della residua brughiera per la presenza di specie botaniche e faunistiche di rara qualità, protette dall’Unione Europea, e all’istituzione di un SIC/ZPS come richiesto dal Parco Ticino e sostenuto dalla comunità scientifica.

No all’aumento del traffico degli spedizionieri sulle nostre strade, già intasate e poco percorribili: l’aumento di traffico stradale comporta un aumento dell’inquinamento atmosferico, di CO2, NOX e altri gas serra che causano il riscaldamento climatico e l’aumento di polveri sottili responsabili di malattie dell’apparato circolatorio e cardiocircolatorio.

alla diminuzione dei veleni nell’aria, al conteggio del cumulo degli impatti e ai veicoli ad energia rinnovabile.

No all’aumento dei voli responsabili dell’inquinamento acustico ed atmosferico che mettono a dura prova la stabilità esistenziale e la nostra aria già inquinata da gas e polveri sottili (basta osservare i dati di ARPA Lombardia sulla qualità dell’aria).

alla limitazione di voli e a un numero di movimenti aerei compatibile con il territorio.

No alla T2-Gallarate, ferrovia costosa, inutile e distruttrice del nostro ambiente.

a un Piano d’Area con VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che definisca quali opere il nostro già martoriato territorio può ancora ricevere.

No alle infiltrazioni mafiose che si sono verificate in alcuni Comuni del sedime, come dimostrato dalla DDA.

a un monitoraggio capillare e costante su tutti i lavori territoriali da parte degli organi giudiziari e di controllo.

No al lavoro precario, temporaneo, ricattabile e di sfruttamento.

a un lavoro di qualità, professionale, garantito e dignitoso.

Malpensa protesta no masterplan – MALPENSA24