Malpensa, il saluto alla famiglia Brian prima del ritorno in Israele: «Non vi dimenticheremo mai»

brian malpensa

MALPENSA – Lacrime e singhiozzi hanno rotto il silenzio all’arrivo delle salme dei cinque cittadini israeliani rimasti uccisi nella tragedia del Mottarone all’aeroporto di Milano Malpensa, prima di una breve cerimonia pre rientro in patria. Sul piazzale dell’Area Cargo dell’aeroporto internazionale i parenti di Amit Brian, la moglie Tal Peleg, il piccolo Tom di due anni e i suoi bisnonni, Barbara Cohen Konisky e Itshak Cohen, così come rappresentanti della comunità ebraica. La famiglia è stata cancellata dalla tragedia della funivia Stresa-Mottarone.

Preghiera per Eitan

La bandiera di Israele al fianco di quella italiana sul fondo, le cinque bare, tra cui quella piccola e bianca per il piccolo Tom, sono circondate da persone in lacrime, tra cui una donna, presumibilmente la zia del piccolo, che continua a domandare “perché” e affermare a singhiozzi quanto questa tragedia sia stata profondamente ingiusta. Al loro fianco, in silenzio, dieci rappresentanti della comunità ebraica tra cui il segretario generale Alfonso Sassun e il presidente della comunità ebraica di Milano Milo Hasbani. Il pensiero è corso al piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia, che nelle scorse ore è stato estubato e ha aperto gli occhi.

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Non vi dimenticheremo

Una lunga preghiera con i partecipanti stretti davanti alla 5 bare. Davanti all’enormità della minuscola bara bianca del piccolo Tom. «Caro Amit – questo il messaggio inviato dal responsabile della sicurezza della comunità ebraica di Milano dove il papà del piccolo Tom lavorava – Questo è uno dei momenti peggiori. Sei arrivato da me 5 anni fa, nei studente e già sposato e padre nonostante la giovanissima età. In pochi minuti ho capito di trovarmi davanti ad una persona speciale. Sei diventato uno dei miei più fidati collaboratori. La tua intelligenza, la tua serietà e il tuo sorriso hanno conquistato tutti. No non era previsto. Non doveva succedere, non in questo modo. Non ti dimenticheremo mai».

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