Ma l’Inter con Marotta ha preso un dirigente o un emiro?

Ma quello che circolava per lo scalo di Malpensa l’altro giorno era Marotta o l’emiro del Psg con la maschera dell’ex dirigente bianconero? Sì perché dall’arrivo di Marotta si respira un’aria di particolare ottimismo in casa Inter sul fronte mercato. Come se ci si fosse dimenticati che Marotta resta solo e sempre un dirigente. Bravo, ma pur sempre un dirigente. E invece lo squillo di tromba ha entusiasmato i cavalli al trotto. E tutti a salire sul carro cinese, come se fosse nuovo. Come se Marotta in realtà fosse per davvero un munifico emiro o un ricchissimo oligarca russo, pronto a sostenere economicamente il già potente gruppo Suning.

Non è un Nababbo

Come se fossero entrati nuovi clamorosi fondi. Come se Marotta dovesse interfacciarsi con una società diversa rispetto a quella con la quale aveva a che fare Ausilio. Credo siano sempre gli stessi. E allora cosa è cambiato? Marotta che garanzie potrà mai aver avuto da Suning? Non rispettare il fair play finanziario? Spendere a dismisura infrangendo i paletti del bilancio? Nulla di tutto ciò. Un conto è esaltare l’arrivo di un bravissimo dirigente, un numero uno assoluto, un altro conto è pensare che da domani potrebbero arrivare Messi e Neymar. O Milinkovic Savic se Lotito continuasse a chiedere i fatidici 100 milioni e rotti.

Marotta grande dirigente

Marotta porta in dote le proprie conoscenze, la propria esperienza, la propria bravura, la competenza, la rete costruita in tanti anni di calcio, e anche tanta voglia di rivalsa, ma non i soldi dell’Emiro del Psg. Quindi, se Suning allargasse i cordoni della borsa, allora sarà un mercato faraonico, altrimenti converrà calare la maschera evitando di alimentare, attraverso alcuni soliti giornali e giornalisti proni, inutili entusiasmi.

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