Masterchef, Davide Tonetti da Samarate salvo sul filo del rasoio al pressure test

SAMARATE – Salvo «sul filo del rasoio»: Davide Tonetti, l’aspirante chef originario di Verghera di Samarate, vede il baratro ma lo scansa, nel pressure test dell’ottava puntata di Masterchef 9. Ora è tra i migliori nove cuochi amatoriali d’Italia, ancora in corsa per la vittoria finale. Ma stavolta è stato davvero sull’orlo dell’eliminazione: all’ultima sfida è stata una questione di nervi, anzi di nervetti. Quelli cucinati a mo’ di spaghetto che gli sono valsi la balconata.

La prima prova

Facciamo rewind. La puntata inizia con una mystery box da distruggere a martellate. Ai concorrenti viene proposta una sfida sulla pasticceria salata a strati, sulla base dei dettami del maestro Vincenzo Santoro: Davide pensa ad un piatto ispirato al mare, con salmone e alga spirulina. Ma il risultato non è perfetto: per lui niente assaggi anche stavolta.

Onde di carne

Nell’invention test, di fronte allo chef brasiliano Henrique Fogaça, ai concorrenti viene chiesto di ricavare un taglio di carne da un pezzo di manzo, assegnato dal vincitore della mystery Luciano. Al cuoco samaratese tocca il “coxao mole”. La sua creazione si chiama “Onde di carne”: coxao mole marinato nel latte, peperoncino e paprika, e scottato con salsa affumicata alla cipolla, noce moscata, panna e parmigiano con songino spadellato. «Sono molto, molto felice» ammette Davide. Anche chef Antonino Cannavacciuolo approva: «Un  bell’effetto griglia. E la salsa ci sta molto bene con la carne». Il suo piatto è uno dei quattro che gli chef considerano adeguati, ma a vincere è Vincenzo, ormai diventato il suo “gemello” nella cucina di Masterchef.

Stavolta niente spago

La prova in esterna porta i concorrenti all’Emporio Armani Ristorante di Milano, dove le due brigate sono chiamate a cucinare menù anni ’80 per dei commensali molto speciali, dieci tra i più noti critici gastronomici italiani. Davide viene scelto nella squadra blu capitanata da Vincenzo, che gli chiede di occuparsi del secondo, il filetto al pepe verde. Da rivisitare. Il cuoco amatoriale di Samarate decide di proporlo «tagliato a mezzaluna, con una cialda di parmigiano, una riduzione di panna con il pepe verde» e un contorno di patate prezzemolate. «Attenzione allo spago»: memori dell’esperienza della scorsa prova in esterna, in cui lo spago del cotechino dimenticato nel piatto aveva causato un memorabile cazziatone di chef Giorgio Locatelli. I critici sembrano approvare il secondo di Davide, che in effetti è il piatto migliore dei blu (gli viene dato atto anche di aver «salvato la maionese» della sua compagna di brigata Marisa), ma la sua squadra soccombe. E finisce al pressure test. Sui social c’è chi protesta: «Davide non meritava il grembiule nero».

Sotto pressione fino all’ultimo

Sono in sei al pressure test. La prova più temuta prevede un primo duello uno contro uno, rivisitando pietanze pop di Thailandia, Messico e Regno Unito. A Davide tocca la sfida con i fish and chips contro Luciano, il concorrente siciliano. «Conosce il pesce, non sarà facile» ammette Davide. Che cucina pesce fritto a cubetti, sormontato da una cupola croccante di patate, che però, sottolinea chef Cannavacciuolo, «ha trattenuto l’umidità» e gli è costata la sfida. «Due piatti buoni», ma in balconata ci va Luciano. La seconda sfida è contro Giada e Vincenzo. Dentro o fuori. Ciascuno sceglie un barattolo alla cieca contenente frattaglie di manzo con cui creare un piatto: a Davide capitano i nervetti. «Mai cucinati». E decide di buttarsi su uno “spaghetto” di tendini, che gli vale la salvezza, ai danni di Giada, la copywriter “Precisetti” di Cornaredo. «Non è una sensazione piacevole trovarsi sul filo del rasoio» ammette Davide Tonetti. Per lui un sospiro di sollievo e la corsa in balconata, a raccogliere l’affettuoso bacio di suo “papà” Vincenzo. L’avventura nella cucina di Masterchef continua. Ora sono rimasti in nove a caccia del titolo.

masterchef davide samarate pressure – MALPENSA24