Mensa dei poveri e arresti eccellenti: perché adesso?

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Perché adesso? E’ la domanda ricorrente alla notizia degli arresti dell’ex eurodeputata Lara Comi, del titolare della catena di supermercati Tigros Paolo Orrigoni e del direttore generale di Afol Giuseppe Zingale, costretto già da alcune settimane alle dimissioni. Appunto, perché adesso a fronte di accuse formulate e note da diverso tempo a carico dei tre protagonisti da oggi, giovedì 14 novembre, ai domiciliari o in carcere?

Pericolo di recidiva

L’ordinanza delle misure cautelari, firmata dal Gip milanese Raffaella Mascarino, sottolinea “il delineato spiccato pericolo di recidiva”. In altri termini, sussisterebbe il rischio che i tre possano ripetere i reati ai quali devono rispondere. Una delle condizioni, la recidiva (le altre sono il pericolo di fuga e l’inquinamento delle prove), per cui si ritiene necessario negare la libertà personale. Comi, Orrigoni e Zingale sono nelle condizioni di perpetuare i veri o presunti illeciti a loro addebitati? O, addirittura, meditano di eclissarsi chissà dove, non prima di avere condizionato o tentato di condizionare qualcuno informato sui fatti? Secondo i magistrati, evidentemente sì, benché sia trascorso parecchio tempo dal loro coinvolgimento, con le stesse accuse di oggi, nell’inchiesta Mensa dei poveri.

C’è dell’altro

Situazione in verità da approfondire nel contesto del rigoroso lavoro della procura della Repubblica a cui sono affidate le indagini. Vogliamo dire: se i tre erano da arrestare, pm e gip avrebbero potuto o dovuto agire con ben altra tempestività. E allora, di nuovo, perché adesso? Facile supporre che la stessa ordinanza non dica tutto, che i pubbilci ministeri abbiano per le mani molto di più, aggiunte scaturite dai chilometrici interrogatori degli indagati eccellenti dell’inchiesta, i gallaratesi Nino Caianiello e Alberto Bilardo. Le carte uscite dal tribunale milanese sono piene di omissis, a testimonianza che i magistrati stanno lavorando o abbiano lavorato attorno ad altre ipotesi di reato. Già, ma quali? E se sono stati accertati altri comportamenti scorretti, a chi vanno addebitati?

Collaudati schemi criminosi

Di sicuro c’è che l’opera di scavo nei meandri di questa incredibile vicenda non è affatto terminata. Le sorprese sono ancora dietro l’angolo. Del resto, chi poteva immaginare che all’improvviso, senza segni premonitori se non nelle immediatezze del provvedimento, sarebbe stato indagato Andrea Cassani, primo cittadino di Gallarate? Certo, per lui accuse secondarie rispetto alla corruzione e ai prospettati ladrocini che macchierebbero altri personaggi politici, ma pur sempre questioni (turbativa d’asta) di rilevanza penale. Ora, se le misure cautelari nei confronti di Comi, Orrigoni e Zingale all’apparenza non aggiungono nulla a quanto era già emerso, rimane il dubbio che invece nascondano prospettive giudiziarie sinora insospettabili. Prospettive e obiettivi, a quanto pare, tutte di natura politica in un territorio dove il malaffare sembra essere proliferato senza remissione. Fino al punto che per qualcuno dei nuovi arrestati i pm parlino di “collaudati schemi criminosi”. Ciò a sostenere che per anni, il Varesotto ha camminato su un mare di melma. Per non dire altro, come si può ben dedurre.

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