Carlo Pogliani e i capitani del Milan

punto carlo pogliani

Carlo Pogliani

Ricordo un bel ragazzo di nome Cesare che in quel di Wembley in un uggioso pomeriggio londinese alzava al cielo per la prima volta la Coppa dalle grandi orecchie. Quella fascia che portava al braccio era la fascia da CAPITANO. Accanto a lui, avvolto in un improbabile impermeabile marroncino, colui che poi sarebbe diventato il piu’ grande calciatore italiano di sempre. Qualche anno piu’ tardi, dopo aver schiantato in finale un team che farà svoltare la storia del football, quel pischello in impermeabile di nome Gianni, con la fascia al braccio, da Madrid riportava a Milanello quella che sarebbe diventata da Coppa dei Campioni a Champions League nell’arco degli anni a seguire. Quel ragazzo, primo pallone d’oro italiano, al braccio aveva una fascia . . . da CAPITANO! Il ragazzo, poi diventato uomo, con quel simbolo legato al braccio destro, si congedo’, dopo una carriera luminosa, con la stella del decimo scudetto. In quella squadra fantastica esordi’, giocando un campionato fantastico, un bimbetto di nome Franco, un predestinato che, qualche anno piu’ tardi, a Barcellona, avrebbe sollevato al cielo, davanti a centomila supporter ubriachi di gioia, la terza Coppa dei Campioni “casciavit” . . . il trofeo con l’esodo piu’ numeroso di sempre.
Quel bimbetto, da tutti soprannominato “piscinin” e poi “Franz” in onore al grande Beckembauer . . . divenne “il CAPITANO” . . . anzi c’e’ solo un CAPITANO! In quella compagine unica e irripetibile, suoi compagni di reparto, uno a destra, l’altro a sinistra solcavano la fascia due professori del ruolo di nome Mauro e Paolo. Uno, tacciato di essere un terzinaccio scarpone, sotto le cure del maestro Nils e poi del guru Arrigo divento’ uno dei laterali piu’ tecnici mai visti all’opera sui rettangoli verdi d’Europa. L’altro, figlio dell’immenso Cesare, dopo quell’esordio a Udine come esterno basso a destra, divenne uno degli interpreti migliori di sempre al mondo come terzino sinistro. Mauro la alzo’ , perche’ il destino volle che anche lui, in un giorno tanto felice fosse il CAPITANO! Paolo, da CAPITANO, di trofei ne ha alzati a decine . . . a lui e a Franco e’ mancato solo quello personale ma ahiloro, ai tempi, in squadra, avevano un certo Marco, che di palloni d’oro, ne ha portati a casa tre.
Quando si pensa a un CAPITANO, nell’immaginario comune, i nomi che piu’ ricorrono sono Scirea, Picchi, Zoff, Valentino Mazzola, Bulgarelli, Totti, Zanetti, Antognoni, Nesta, Facchetti, Del Piero, Maradona, Juliano . . . tutti nomi altisonanti . . . in una parola CAMPIONI e CAPITANI! Non guadagnavano sette miliardi l’anno netti . . . ma molto, molto, molto meno. Secondo me, bisognerebbe parlare di meno dopo e giocare, magari altrove, prima . . . se ami veramente la tua professione e non il denaro!
Quel denaro a cui Rino, che il CAPITANO qualche volta l’ha fatto, ha rinunciato proprio perche’ il proprio lavoro lo ama!
Quindi . . . no problem caro Gennaro: il cento per cento dei casciavit e’ con te! Senza se e senza ma . . . perche’, avrai qualche difetto, ma sei un uomo vero! Un CAPITANO!

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