Legnano, niente mensa per gli alunni con genitori morosi

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LEGNANO – È scattato oggi il giro di vite per le famiglie non in regola con i pagamenti e con l’iscrizione al servizio di ristorazione nelle scuole di Legnano. L’iniziativa, programmata da tempo, mira a regolarizzare situazioni pendenti che si sono protratte a lungo e prende di mira coloro che hanno accumulato debiti consistenti, o che non hanno iscritto i figli al servizio di ristorazione scolastica. Un problema che, a quanto risulta, è marginale, dal momento che riguarderebbe appena una cinquantina di bambini sugli oltre 6.000 iscritti nelle scuole primarie di entrambi i gradi e in quelle secondarie di primo grado. Tuttavia non sono mancate polemiche, sollevate a livello politico dal Pd e rispedite al mittente da Palazzo Malinverni.

Pd: bambini a rischio discriminazione

«Siamo convinti che sia doveroso sanzionare chi non paga quanto dovuto, procurando buchi a bilancio e pesando sulla collettività – osserva il circolo cittadino del Partito democratico –. Notiamo tuttavia una grave mancanza politica: non ci si è preoccupati di gestire la situazione e dare indicazioni affinché i minori vengano tutelati. È inaccettabile che i bambini siano discriminati e usati per rivalersi sui genitori. E se questi non dovessero presentarsi a scuola nell’orario del pranzo? L’amministrazione non ha dato alcuna indicazione in merito». Il Pd chiama quindi in causa l’assessore alle attività educative, Ilaria Ceroni, affinché riporti il “giusto equilibrio”.

Comune: famiglie avvisate in anticipo

La risposta dell’amministrazione comunale non si è fatta attendere. «Famiglie e dirigenti scolastici – si legge in una nota – hanno ricevuto gli avvisi del caso con il necessario anticipo. Sono inoltre state seguite le stesse prassi degli scorsi anni, dando disposizioni affinché nessun bambino si potesse trovare in una situazione di discriminazione, finalità raggiunta nella giornata odierna». La nota diramata dal Comune precisa inoltre che «gli uffici comunali hanno chiesto ai dirigenti scolastici (che, su richiesta motivata delle famiglie, possono concedere deroghe per l’esonero dall’orario del pasto) di fornire l’elenco delle posizioni non in regola per procedere con ulteriori comunicazioni mirate ai genitori». La strada intrapresa sembra dunque quella di insistere con solleciti a mettersi in regola.

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