Mondiali di ciclismo, c’è il via libera ma le preoccupazioni restano

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Splende il sole sulla Svizzera e l’arcobaleno incorona le strade di Aigle e Martigny. Le nubi sul futuro del campionato del mondo, infatti, sembrano finalmente dissolversi all’orizzonte e lo svolgimento della manifestazione iridata non è più in pericolo.

Lo hanno detto gli organizzatori nel corso di una conferenza stampa. «C’è ancora molto lavoro da fare, ma faremo in modo che gli atleti non corrano nessun rischio sanitario. Il nostro modello è il Tour de France» ha affermato Grégory Devaud, copresidente del comitato organizzativo. Aggiungendo poi: «Dobbiamo rimanere cauti alla luce della situazione sanitaria mondiale, ma l’organizzazione dei campionati svizzeri su strada il 22 agosto sul nostro circuito è un segnale forte che confermerà il nostro approccio e ci aiuterà a perfezionare le nostre procedure. I nostri pensieri vanno soprattutto alla Foire du Valais, che non si può tenere quest’anno, ma faremo del nostro meglio per teere alta la bandiera della nostra cultura».

Dopo aver esaminato le condizioni sanitarie e le restrizioni attuate dal Consiglio federale, d’intesa con l’Unione ciclistica internazionale (UCI), i Cantoni di Vaud e Vallese e i comuni di Aigle e Martigny, il Comitato organizzatore si sta muovendo per finalizzare l’organizzazione dell’evento.

Il nuovo limite in merito al numero massimo di 1.000 partecipanti ad una manifestazione, che dovrebbe scadere all’inizio del mese di settembre, offre agli addetti ai lavori un margine di manovra più comodo. «L’intenzione – ha affermato Devaud – è comunque quella di evitare grossi assembramenti». Ma le preoccupazioni non sono certo finite per il team guidato da Alexandre Debons. «La grande domanda è legata alla presenza dei corridori – ha spiegato il copresidente del comitato organizzatore – In Svizzera e in Europa la situazione è buona. Sappiamo che i colombiani arriveranno con un charter per il Tour de France e resteranno in quarantena. Degli altri non si sa nulla, ma credo che i problemi più grandi emergeranno a livello giovanile. I big sono convinto che da qui a settembre potranno arrivare anche da Australia e Stati Uniti, ma è ovvio che che la situazione è in continua evoluzione e al momento è difficile fare previsioni».

Il discorso è semplice: se per i professionisti è facile pensare ad una soluzione (ricordiamo per tutti il volo charter che porterà in Europa i corridori colombiani il prossimo 19 luglio), molto meno scontata è per quanto riguarda le categorie minori e gli appartenenti a federazioni extraeuropee. se infatti in Europa la situazione della pandemia è al momento sotto controllo, molto più complicate sono le cose in altri continenti, in particolare in America e in alcune zone dell’Asia.

Anche sulla collocazione dell’appuntamento iridato tra il Tour de France e il Giro d’Italia Alexandre Debons è diviso fra sentimento di soddisfazione e di preoccupazione: «Per quanto concerne la corsa in linea credo che non ci sia mai stata una situazione più fortunata: sarà la rivincita della Grande Boucle, tutti saranno in forma su un tracciato durissimo e in forma arriveranno anche i corridori che una settimana più tardi affronteranno il Giro d’Italia. Saremo però penalizzati per la cronometro della prima domenica a causa della concomitanza con l’ultima tappa del Tour de France: diciamo che questo riequilibra le cose nel nostro bilancio».

Proprio ieri il presidente dell’Uci Lappartient ha confermato al sito Wielerflits che il progamma del mondiale non cambierà: il 20 settembre si assegnerà il titolo mondiale della crono, non ci saranno al via possibili candidati alla vittoria come Roglic, Dumoulin, Martin e Van Aert solo per fare un esempio in casa Jumbo Visma.

Articolo a cura della redazione di tuttobiciweb

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