Morandi, Vivi Marnate: «La palestra facciamola pagara anche ai privati»

vivi marnate fernando morandi

MARNATE –  «E’ necessario coinvolgere investitori privati per la nuova palestra. L’investimento è molto oneroso per il Comune». E’ questa la posizione di Vivi Marnate su uno dei progetti più importanti che sta realizzando l’amministrazione in carica. «Non ho mai detto che il nuovo impianto sportivo sia inutile. Bensì che occorre trovare una soluzione per far sì che i costi non gravino interamente sulle casse comunali», Fernando Morandi, in risposta all’intervento di Luca Calamari di Per Marnate, puntualizza e precisa.

Coinvolgere i privati

«La prima cosa che vorrei sottolineare è la malafede di chi sfrutta ogni occasione per fraintendere i fatti e divulgare informazioni non vere – spiega Fernando Morandi – L’argomento impianto sportivo coperto, impropriamente definito palestra, è stato portato in consiglio comunale dall’attuale maggioranza per le delibere di impegno dell’investimento ad ottobre dello scorso anno. Tutto è verificabile leggendo i verbali delle discussioni. Considerando l’entità di questo intervento ho chiesto se non è stata valutata la possibilità di un progetto misto pubblico-privato».
Morandi poi aggiunge che la soluzione del project financing, «di cui ho parlato in un post è a puro titolo d’esempio con la sola finalità di poter distribuire l’onere dell’investimento su più figure. Questa ipotesi non è stata nemmeno presa in considerazione e sbrigativamente rifiutata come irrealizzabile e utopistica. Non ho mai dichiarato che questo intervento fosse inutile o non servisse alle necessità delle associazioni sportive. Anzi, ho sempre ribadito che considero lo sport, tutti gli sport, come un elemento importante e essenziale per la formazione dei nostri giovani e la cura della salute di adulti e anziani».

Servirebbe un referendum

«Ho solo puntualizzato che un investimento di questa entità conclude Morandi – in considerazione anche di altre necessità sul nostro territorio, poteva e doveva essere impostato con un coinvolgimento del privato. Ovviamente con forme e modalità da studiare anziché bocciare a priori. Quando nei giorni scorsi è montata la polemica su questo punto ho anche fatto notare che in un’amministrazione che si definisce realmente democratica e partecipata non ci starebbe male un bel referendum: “Volete che l’impianto sportivo coperto sia realizzato a totale carico della amministrazione pubblica?”. Attendo una risposta.
Ma in realtà sono scettico sul fatto di poterla ricevere perché questa amministrazione uscente, e probabilmente anche la lista che si presenta come una sua naturale continuità, non ha mai manifestato un grande interesse ad ascoltare l’opinione dei suoi cittadini».

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