Morazzone, il killer: “Papà non guardare nell’armadio”. D’Adda: “Tutelare i figli dal genitore violento”

MORAZZONE – «Siamo costernati dalla violenza dell’accaduto. Siamo increduli, senza parole. L’intera comunità è schiacciata dal dolore». Maurizio Mazzucchelli, sindaco di Morazzone, non può non pensare a quanto accaduto in via Cuffia nel pomeriggio di ieri, sabato primo gennaio, Davide Paitoni (nella foto), 40 anni, ha ucciso il figlio Daniele di soli 7 anni con una coltellata alla gola nella casa di corte dove vive con l’anziano padre e dove era ristretto ai domiciliari dal 26 novembre dopo aver accoltellato un collega di lavoro ad Azzate.

Il messaggio al padre

Accanto al cadavere del bambino, nascosto in un armadio, Paitoni ha lasciato una sorta di confessione scritta. Al padre ha lasciato un messaggio vocale nel quale diceva di aver fatto del male al piccolo Daniele e di non guardare nell’armadio di casa. Quindi ha raggiunto la moglie dalla quale si stava separando a Gazzada Schianno, con la scusa di riaccompagnare da lei il bambino, e ha tentato di uccidere a coltellate anche la donna.

Il dolore di Morazzone

E’ stato arrestato questa mattina a Viggiù mentre cercava di scappare in Svizzera. «Increduli davanti alla violenza del fatto – aggiunge Mazzucchelli – Sconcertati: un figlio cerca protezione e amore nel padre. Questo padre ha ucciso il suo bambino con una crudeltà feroce. Il pensiero dell’intera comunità di Morazzone va alla mamma della vittima innocente e ai nonni. A tutti i famigliari che stanno affrontando un dolore inimmaginabile».

Lutto tra i compagni del piccolo Daniele

Sgomento anche a Gazzada Schianno, dove la madre e Daniele vivevano dopo la separazione. Stando a quanto ricostruito Paitoni ha attirato la ex moglie fuori casa con la scusa di consegnarle il figlio (già morto) e l’ha accoltellata davanti agli occhi dei passanti prima di fuggire. Daniele da poco aveva iniziato a frequentare la seconda elementare a Gazzada. «Ho parlato con la dirigente scolastica – spiega Mazzucchelli – Sono distrutti. Dirigenti, insegnanti e soprattutto i compagni di classe del piccolo Daniele. Sono sconcertati e addolorati. Incapaci adesso di immaginare a come spiegare a dei bambini di seconda elementare perché il loro compagno di classe non c’è più».

Una tragedia che poteva essere evitata?

L’accaduto ha sollevato riflessioni anche su un altro fronte. Paitoni era ai domiciliari per il tentato omicidio di un collega di lavoro. Una misura che gli ha consentito di evadere e di tentare di ammazzare la ex compagna. Un uomo che aveva un precedente violento: perché gli era consentito vedere il figlio senza sorveglianza? Se lo chiede la ex senatrice Pd Erica D’Adda in un post: «Per le coltellate al collega, il 26 novembre, Davide Paitone era agli arresti domiciliari. Però poteva vedere il figlio e tenerselo per Capodanno – scrive D’Adda – E giusto a Capodanno uccide il figlio e ci prova anche con l’ex moglie che, pur ferita gravemente, riesce a salvarsi. Ora, qualcosa non mi torna. La violenza fuori controllo di questa persona ha suscitato qualche preoccupazione, oppure no? Forse -dico forse- era una tragedia evitabile? Il diritto di vedere i figli deve tenere conto del diritto dei figli a non subire violenza. Il resto sono chiacchiere!».

Il precedente

Morazzone si trova ora ad affrontare una nuova tragedia famigliare. C’è infatti un precedente. Nel 1987 nel piccolo borgo Pippo Cusumano, balordo di 23 anni con un curriculum di furti e rapine alle spalle, il marito separato di Laura Antonini, era penetrato in casa dei suoceri facendo una strage: ha ucciso i nonni, Lorenzo e Onorina, e la madre di Laura, Mirella, poi ha ferito la ragazza, il padre, due zii, e un vicino di casa. Un eccidio annunciato: ormai da un mese continuava a minacciare di morte tutta la famiglia, che lo aveva denunciato senza per altro ottenere alcuna protezione.

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