«Moschea a Sesto Calende: è ora di andare oltre le paure»

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato legata al luogo di culto richiesto dall’Associazione Islamica a Sesto Calende, il dibattito è tornato acceso sia sui social che in ambito politico e gli uffici hanno avviato il procedimento per l’identificazione dell’area.

E’ chiaro che l’approccio di governo a Sesto Calende ha portato allo scontro, nel quale ognuno ha sostenuto le proprie posizioni (immutabili) non arrivando ad alcuna soluzione. Ci sembra che i toni (ed anche i silenzi) ancora presenti nel dibattito siano il segnale che la paura e la diffidenza sono ancora alte e che probabilmente arrivino da entrambe le parti.

Nulla è stato fatto in tutti questi anni non solo per iniziare ad analizzarle (e magari cercare di neutralizzarne alcune) ma neppure per capire davvero i termini concreti della situazione, giacchè ancora non si sa di quanti fedeli si parla, di cosa hanno chiesto, ecc…

Sesto Calende non è la prima città a dover affrontare tale questione e solitamente, quando le comunità islamiche vogliono rimanere in disparte perchè intimorite, anche gli spazi a loro destinati rimangono un segno di divisione che non solo non diminuisce la diffidenza ma al contrario l’alimenta.

Diversamente, quando si inizia un dialogo, il percorso intrapreso, pur passando da difficoltà, crea possibilità di scelte diverse, che vanno verso una convivenza serena ed una reale integrazione, che si esprime anche nella scelta del luogo più adatto.

Noi crediamo che Sesto meriti che la scelta da effettuarsi ora sia fatta pensando ai risvolti futuri, per creare le basi per una convivenza pacifica che vada a vantaggio di tutti e in particolare dei nostri figli, che sedendo già ora nel banco a fianco dei figli dei fedeli musulmani, non si meritano certo scelte che vadano ad alimentare paure che per loro non esistono. Se i nostri figli e i figli degli islamici continueranno a studiare insieme, non si capisce perché li si voglia portare ad evitare di guardarsi per strada da adulti.

Sesto 2030 giunge da soli tre anni di dibattito politico a Sesto Calende, ma con un grande vantaggio: non dover sottostare a linee guida di partiti e non dover neppure difendere scelte di governo già fatte in passato. E’ la libertà tipica di una lista civica quella che ci permette di pensare soltanto al bene della cittadinanza, senza remore di fronte a nessuno.

E’ chiaro che il solo diritto costituzionale che sancisce la libertà di culto non può creare le condizioni per una reale integrazione e noi di Sesto 2030 pensiamo che chi governa debba fare di più per il bene della propria popolazione e per garantire serenità e coesione sociale.

La scelta del luogo non può limitarsi ad un dialogo segreto tra le parti che poi la popolazione dovrà soltanto subire.

Chiediamo a tutte le parti in gioco di fare scelte coraggiose basate sul dialogo, andando oltre risentimenti o paure.
Anche la comunità islamica deve fare la sua parte. Se si chiede di essere accettati si deve iniziare con l’accettare: con l’aprirsi alla conoscenza e al confronto. Ed è quello che stiamo chiedendo alla Comunità.

La nostra “road map” ideale vede infatti un tavolo di confronto tra la comunità islamica e la popolazione che inizi con il conoscersi, passi dall’analisi dei singoli problemi evidenziati da entrambe le parti per cercare soluzioni e finisca con l’identificazione concordata di un luogo, che salvaguardi l’interesse comune e che sia frutto di questo percorso.

Ma per fare questo – è a dire il vero anche per far qualsiasi altro passo è necessario partire da due punti fondamentali:

– chiarire la realtà dei fatti
– avere la voce della comunità islamica.

Noi abbiamo dunque scritto sia alla Comunità Islamica che all’Amministrazione (a quest’ultima con una interpellanza al prossimo consiglio comunale). Vorremmo capire di che numeri di fedeli stiamo parlando, di che tipo di luogo di culto, delle aree possibili, di che costi sarebbero in capo alla cittadinanza, dei problemi urbanistici, ecc..

Siamo stufi di sentir parlare solo di questioni di principio, che riempiono il dibattito con un argomento senza trattarlo a livello pratico ed offuscando tutti gli altri problemi della città. I sestesi si meritano amministratori che governino la situazione ossia abbiano chiare le problematiche reali e le possibili soluzioni, dopo aver compreso e trattato timori e rimostranze. Il tempo delle false promesse e dei silenzi è finito, ed è giunto quello della trasparenza e dell’informazione, che sono dovuti alla cittadinanza tutta e forse in particolar modo agli elettori di questa Giunta, che avevano tutt’altre aspettative.

Sesto2030

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