Il sindaco Buzzi: «Una moschea a Sesto ci preoccupa»

SESTO CALENDE – «Ogni comune d’Italia dovrà avere una moschea anche se c’è già un luogo per pregare nel paese vicino? È questo che si intende per esercizio del diritto di culto? A noi non pare così. E le nostre motivazioni di opposizione si sono basate su argomentazioni di tipo urbanistico, per cui riteniamo ancora oggi di avere tutte le ragioni per essere contrari a una moschea a Sesto Calende». L’amministrazione del sindaco Giovanni Buzzi torna a parlare della questione moschea in città, in merito al contenzioso nato fra il Comune e l’associazione “Comunità islamica ticinese”. Lo fa partendo proprio dalla decisione del Consiglio di Stato, che ha in definitiva dato ragione ai fedeli di Allah firmando una sconfitta sotto tutti i fronti per il centrodestra sestese che da 10 anni si batte contro la realizzazione di un luogo di culto per i musulmani.

Il diritto di culto e le spese

«La contesa legale è stata lunga e difficile», ammette Buzzi. Le continue impugnazioni da parte della sua amministrazione e di quelle precedenti sono costate quasi 100mila euro in avvocati.  Ma il sindaco sottolinea che «sono gli islamici che hanno fatto causa al Comune, che si è sempre esclusivamente difeso oppure ha chiesto ricorso quando le sentenze al Tar risultavano sfavorevoli». Un modo per dire che «nessuna aggressività c’è mai stata da parte nostra, semmai il contrario». Alla base, una premessa: «Nessuno ha mai inteso negare il diritto di culto, che è diritto costituzionale da rispettare». Anche perché «i componenti dell’associazione religiosa stanno da anni pregando a Castelletto Ticino, esercitando quindi liberamente il loro diritto senza impedimenti. E veramente a poca distanza da dove insistono ostinatamente di volersi insediare». Un’occasione anche per sottolineare che «non un euro dei cittadini è stato sprecato per questa causa, che vedeva opposte le richieste di un soggetto privato contro le aspettative largamente maggioritarie di una comunità». Ma parlano di ragioni che dovevano essere «legittimamente e doverosamente difese fino a quando un giudice, in ultima istanza, non decide sulle rispettive ragioni delle parti». Come ora, anche in passato «abbiamo avuto altre cause da portare avanti, arrivate anche da lontano nel tempo e causate da altre amministrazioni», Cause che sono state «sostenute economicamente per la difesa degli interessi della comunità sestese. Parlare di costi legali è quindi fuorviante».

E ora?

Il contenzioso, prosegue l’amministrazione, è anche stata «una doverosa iniziativa a difesa della prerogativa delle comunità locali di potere esercitare liberamente, nel proprio territorio, le scelte urbanistiche ritenute migliori per l’interesse pubblico». Spazio anche alla questione politica: «Qualcuno dice che si tiene vivo il problema solo per uno scopo elettorale: i sestesi sono perfettamente in grado di giudicare, senza farsi manipolare da nessuno». Ora cosa succederà? «È stato avviato il procedimento per la variante urbanistica, che dovrà tenere conto degli esiti della vertenza legale appena conclusa. Nessun obbligo è in capo al Comune sulla successiva eventuale costruzione, ma esclusivamente all’individuazione urbanistica di un’area idonea». I tempi della variante, aggiunge la giunta, saranno quelli che «normalmente si applicano per un procedimento complesso di questo tipo: non più lenti e neppure più veloci, ma quelli corretti perché si possano fare le valutazioni necessarie per un caso di questo tipo».

La posizione dell’amministrazione

In ogni caso, «le nostre perplessità restano ben presenti, per esempio che una moschea possa essere un attrattore per fedeli che arrivano da un ampio bacino territoriale. Lo dimostrano gli iscritti all’associazione Comunità Islamica Ticinese, che non sono solo di Sesto ma arrivano da tante parti e da Comuni anche non proprio vicini a noi». Che tradotto: «Arriveranno in molti e anche da lontano. Questo ovviamente ci preoccupa per evidenti motivi e dovrebbe preoccupare anche altri». Non mancano stoccate alla minoranza di Insieme per Sesto, che «ci dicono di stare tranquilli e di concedere lo spazio per la moschea. Dicono anche che non esiste un partito pro moschea o filo islamico a Sesto». Anche se «dalle parole dei consiglieri di IxS è chiara la loro posizione pro moschea. Al contrario la nostra posizione i sestesi la sanno perfettamente, lo diciamo da anni e non abbiamo cambiato idea».

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