Colombo contro la moschea: «Non mi arrendo. Pronto a dimettermi per Sesto»

sesto moschea marco colombo

SESTO CALENDE – «Io non voglio arrendermi. Farò di tutto, nei limiti consentiti dalla legge, per far capire che questa scelta è sbagliata. E che i sestesi sono con me e non vogliono la moschea». Una presa di posizione che non lascia spazio a dubbi, quella di Marco Colombo, capogruppo di maggioranza a Sesto Calende, dopo che il Consiglio di Stato, per la quarta volta, ha dato ragione ai fedeli di Allah. E ha, di fatto, decretato una sconfitta su tutti i fronti per il centrodestra sestese contro la costruzione di un’area per il culto islamico. Ma il consigliere leghista non ci sta. Anzi, lancia una richiesta chiara: «Ho bisogno di voi», dice rivolto ai cittadini. «Se mi sosterrete vi prometto che lotterò ancora di più: per questo mio atteggiamento, che potrebbe sembrare poco istituzionale, sono pronto a dimettermi da tutte le mie cariche pubbliche pur di difendere le ragioni dei sestesi».

L’ipotesi «unica moschea»

Una questione che va avanti da oltre una decade. Anni in cui «ho lottato, insieme ai consiglieri di maggioranza, per difendere il territorio comunale ed evitare che Sesto si possa trasformare in una mecca d’Italia», dice. L’ultimo grado di giudizio, però, ha dato ragione all’associazione “Comunità islamica ticinese”. Questo vuol dire che «qualcuno sarà costretto ad individuare un’area per permettere di costruire la moschea all’interno della nostra cittadina». Ma, per scongiurare fraintendimenti, sottolinea: «Di certo non io, perché non lo farò mai». Per il capogruppo di maggioranza, la situazione dovrebbe prendere una piega «provinciale o regionale». Nel senso che dovrebbe esserci «un’unica moschea per tutta la provincia di Varese, in un luogo accessibile e baricentrico». Un modo per dire che «non può la “piccola” Sesto, posta sul confine della provincia, essere la prima cittadina del territorio a ospitare una moschea “regolare”, perché si creerebbe un flusso imprevedibile e incontrollabile di persone che verrebbero a pregare, provenienti indistintamente dal nord ovest d’Italia, come dimostrato dall’esperienza della moschea abusiva chiusa sotto la mia amministrazione».

La comunità islamica? «Manca di rispetto»

Non risparmia considerazioni nemmeno per la “Comunità islamica ticinese”. Così: «L’atteggiamento, nella misura in cui mostra una totale chiusura a ogni ragionevole soluzione alternativa prospettata, sta diventando di una “arroganza delle minoranze” e di mancanza di rispetto verso una società, quella sestese, che le ha aperto le porte di casa e le ha dato lavoro e benessere». Ma che di contro, prosegue, «non è ancora pronta ad avere un luogo del loro culto sul nostro territorio». Territorio che, prosegue, «non ha comunque le infrastrutture idonee per ospitare la moschea. E si può immaginare l’impatto negativo che potrebbe avere». In ogni caso, «ogni via, rione, zona può essere ritenuta idonea alla realizzazione dell’opera».

L’appello ai cittadini

A chiudere, un appello. Anche politico. «Non smetterò di lottare, sono sicuro che i sestesi sono con me. Tutti i giorni vivo questa cittadina meravigliosa e incontro e saluto i suoi abitanti e conosco la loro posizione. Adesso però ho bisogno di voi». Una richiesta di «sostegno», che guarda anche alla possibilità di «non essere lasciato solo in piazza se organizzeremo qualche manifestazione». Ma anche in consiglio comunale, dice, «dove Roberto Caielli e la sinistra benpensante di Insieme per Sesto e Sesto 2030 ride sotto i baffi per questa sentenza». E conclude: «Se mi sosterrete faremo capire che le volontà delle persone valgono almeno come le sentenze dei tribunali».

Moschea a Sesto, il Comune perde ancora davanti ai giudici. E’ la quarta volta

sesto moschea marco colombo – MALPENSA24