“Legnano racconta l’Alfa Romeo”: motori in mostra a Palazzo Leone da Perego

mostra alfa romeo

LEGNANO – Legnano è terra di motori, non solo per il legame con le aziende costruttrici, ma anche per il contributo creativo del progettista Gioachino Rossini. Una storia che sarà onorata in “Legnano racconta l’Alfa Romeo”, mostra che racconterà lo stretto rapporto tra la città e la casa automobilistica milanese. L’inaugurazione della manifestazione, che dal 23 settembre al 28 ottobre sarà ospitata a Palazzo Leone da Perego, avverrà sabato 22 settembre alle 18.

Un percorso storico in sei sezioni tra modelli e design

Nella manifestazione il rapporto tra Legnano e il marchio milanese sarà illustrato con materiale proveniente dal Centro Documentazione Alfa Romeo di Arese e dal Museo Fratelli Cozzi. L’esposizione si articola in sei sezioni, lungo un percorso storico di cui parte sarà dedicata ai primi cinquant’anni della 1750, un modello che ha segnato la storia dell’automobilismo degli Anni Settanta. La rassegna sarà arricchita, oltre che da modelli significativi, dalle opere originali del legnanese Giorgio Alisi e del milanese Antonio Molino, esponenti del design automobilistico dedicato alle vetture da competizione. Non mancheranno iniziative parallele come il raduno, sempre a Legnano, di Alfa Romeo d’epoca domenica 23 settembre alle 10.30. Giovedì 27 il Cinema Ratti proietterà alle 21.30 “Quando corre Nuvolari”, e giovedì 4 ottobre alle 21 “Le 24 Ore di Le Mans”. Domenica 30 settembre, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30, l’artista Francesco “ SirSkape” Scapolatempore realizzerà dal vivo una tela dedicata all’Alfa Romeo.

Un simbolo del “made in Italy”, il forte legame con la città

Gianbattista Fratus, sindaco di Legnano, ha messo in evidenza il valore storico della rassegna in relazione al territorio: «Questa mostra è dedicata a un simbolo del “made in Italy” che ha un legame forte con la città. Non si tratta, dunque, di un’iniziativa per soli alfisti o appassionati di motori ma di un omaggio doveroso a un’avventura industriale che tutti dovrebbero conoscere e che ha nel lavoro di Gioachino Colombo uno snodo fondamentale. È motivo di orgoglio sapere che nella storia di Alfa Romeo c’è il contributo di un talento legnanese». Franco Colombo, assessore alla Cultura, ha richiamato l’attenzione su creatività ed estetica: «Dire Alfa Romeo è dire auto, design, sport, bellezza. Perfino arte, se pensiamo a quanto alcuni modelli storici sembrino concretizzare il culto della tecnologia e della velocità che fu del Futurismo. E ancora è dire lavoro, anche per tanti concittadini, e cultura, come dimostra il Museo Fratelli Cozzi. L’esposizione è, dunque, un’opportunità preziosa per riscoprire, in certi casi per scoprire ex novo, tutto questo e molto altro». Giuseppe e Massimo Colombo, i curatori hanno ricordato l’importanza del brand oltre i confini nazionali: «Il nostro auspicio è che questa mostra, pensata per un pubblico trasversale non solo di appassionati, possa trasmettere al visitatore certamente informazioni sul legame tra l’Alfa Romeo e Legnano, ma anche e soprattutto entusiasmo attorno a un marchio che ha contribuito a rendere grandi Milano e l’Italia nel mondo».

Gioachino Colombo e la Fratelli Cozzi

Legnano è terra di motori per antonomasia. All’inizio del Novecento la città poteva già contare su tre aziende costruttrici di automobili (Wolsit, Fial, Sam). La liaison tra l’automobilismo sportivo ai massimi livelli e Legnano è rimandata solo di pochi anni, legata al nome di un legnanese doc, Gioachino Colombo, progettista della monoposto 158: la mitica “Alfetta” di cui quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario del debutto e che nel 1950 si aggiudica il primo Campionato del Mondo della Formula Uno moderna con Nino Farina al volante. Il nome di Gioachino Colombo è strettamente connesso anche con Ferrari e Maserati: proprio al grande tecnico legnanese si deve il progetto della prima Ferrari che può fregiarsi ufficialmente del nome del costruttore – il modello 125 – e del primo motore a dodici cilindri nel segno del “Cavallino rampante”, mentre per la Casa del Tridente Colombo progetta il modello 250 F, con cui Fangio vince nel 1957 il suo quinto e ultimo titolo mondiale di Formula Uno. Colombo lavora anche allo sviluppo del progetto della 1900: il modello che, all’inizio degli anni Cinquanta, segna per l’Alfa Romeo il passaggio dalla “confezione artigianale” alla produzione industriale in grande serie. E proprio all’inizio degli anni Cinquanta, all’alba del “boom” economico, nasce in città una delle prime concessionarie della casa milanese del dopoguerra: la Fratelli Cozzi, ancora oggi attiva e che può vantare un esclusivo Museo dedicato al marchio del Biscione e una sezione dell’attività corrente dedicata alla valorizzazione dell’Heritage.

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