Strage del Mottarone, Nerini: «Sono affranto. Primo pensiero è risarcire le vittime»

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VERBANIALuigi Nerini, gestore dell’impianto, arrestato all’alba di mercoledì 26 maggio insieme a Gabriele Tadini, il responsabile del funzionamento della funivia, e al direttore di esercizio Enrico Perocchio per la strage del Mottarone sulla base di un «Concreto pericolo di fuga anche in considerazione dell’eccezionale clamore a livello anche internazionale per la drammaticità» dell’accaduto, ha fatto sapere, attraverso il legale Pasquale Pantano, di essere «Affranto per l’accaduto. E di voler come prima cosa risarcire le vittime». Nella notte tra ieri, mercoledì 26 e oggi, giovedì 27 maggio, il procuratore di Verbania Olimpia Bossi, che coordina le indagini, ha depositato la richiesta di convalida del fermo a carico dei tre. Sabato 29 maggio inizieranno gli interrogatori davanti al Gip Donatella Banci. Nerini ha intenzione di rispondere.

Omissione volontaria

La Procura di Verbania, che indaga sull’incidente della funivia del Mottarone, sta valutando la posizione della squadra di operai addetti all’impianto che avrebbero messo in atto «la scelta aziendale di bypassare l’anomalia» al sistema frenante emerso da oltre un mese. Lo ha spiegato il capitano Luca Geminale, comandante della Compagnia carabinieri di Verbania, precisando che il giorno dell’incidente Tadini  «era in servizio».

La posizione degli operai

La magistratura dovrà capire se gli operai fossero consapevoli o meno delle conseguenze che poteva avare l’utilizzo dei ‘forchettoni’ sul sistema frenante. Dagli accertamenti effettuati fino ad ora «E’ emerso che erano noto a chi di dovere che questo impianto aveva delle anomalie al sistema frenante». Lo ha spiegato il comandante della Compagnia dei carabinieri di Verbania, capitano Luca Geminale, che da domenica coordina sul campo le attività investigative sull’incidente della funivia del Mottarone in cui sono morte quattordici persone, tra cui due bambini. Il capitano dell’Arma ha anche aggiunto che «probabilmente, chi di dovere, piuttosto che fermare la funivia e approfondire» l’inconveniente tecnico per poi risolverlo, «ha deciso di bypassare il problema e usare i forchettoni».

Lo schianto a 100 all’ora

«Abbiamo sequestrato tutto, anche la scatola nera», ha aggiunto Geminale. È «un sistema che registra tutti gli aspetti tecnici dell’impianto, come la velocità, l’andatura, l’oscillazione» della funivia. Secondo quanto ricostruito la cabina numero 3 della funivia Stresa-Mottarone è scivolata indietro a «Folle velocità», superando i 100 chilometri orari dopo la rottura del cavo trainante e il mancato ancoraggio al cavo portate a causa della non entrata in funzione dei freni di emergenza bloccati dai “forchettoni”. 

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