Musei uniti per valorizzare la tradizione industriale di Varese: nasce la rete Miva

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BUSTO ARSIZIOI musei industriali del Varesotto si mettono in rete: a presentare “Miva” oggi, lunedì 2 novembre, al Museo del Tessile, capofila dell’iniziativa nata su impulso del Comune di Busto, è stata la vicesindaco e assessore alla Cultura Manuela Maffioli insieme a Marco Reguzzoni, presidente di Volandia, Delia Durione e Marco Mocchetti, curatori rispettivamente dei musei Bertoni e Fisogni.

Spazi dedicati al sapere e al saper fare

«Alla luce dell’attuale crisi creata dalla pandemia, assume una portata simbolica ancora maggiore l’accordo di rete concluso per la valorizzazione e l’integrazione dei musei industriali della provincia di Varese», ha esordito Maffioli. «Un territorio caratterizzato da una grande tradizione del lavoro e dell’industria, che ha reso omaggio alla sua vocazione con una serie di spazi specifici dedicati al sapere e al saper fare, nonché alla trasmissione di questa memoria alle future generazioni. Mentre il Museo del Tessile fa capo al Comune di Busto, gli altri enti coinvolti sono privati: oltre alle realtà presenti oggi, fanno parte della rete Miva il Museo Agusta di Cascina Costa, il Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese, il Museo della Motocicletta Frera di Tradate e il Museo della Pipa di Brebbia».

Un omaggio non solo formale, ma sostanziale

Il network creato per promuovere i beni culturali della tradizione industriale locale non intende sovrapporsi alla programmazione dei singoli musei, ma potenziarne le iniziative in vari modi come la condivisione di informazioni e attrezzature per realizzare progetti comuni, il coordinamento delle attività di comunicazione, la raccolta di fondi e i servizi di didattica. «Il progetto si inserisce nel solco già tracciato da Regione Lombardia a supporto delle attività museali», ha ricordato Maffioli. «Non si tratta solo di spirito di appartenenza, ma di una trasversalità dei contenuti che riguardano la tradizione dell’industria e del lavoro nel Varesotto, alla quale viene reso non solo un omaggio formale, ma sostanziale».
Con uno sguardo rivolto al futuro nel quale sarà stato superato un momento difficile: come sottolineato da Reguzzoni e Durione, «la nostra presenza per il lancio di questa iniziativa diventa ancora più significativa per la congiuntura che stiamo vivendo». «A Tradate ospitiamo la più grande collezione di pompe di benzina dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri», ha raccontato Mocchetti. «Per noi è fondamentale fare rete e cooperare per la cultura: se le realtà più piccole restassero da sole, rischierebbero di rimanere sconosciute».

La chiave di lettura di una comunità

«Uno degli elementi storici che caratterizzano il territorio della provincia di Varese è lo sviluppo dell’industria manifatturiera, che ha influenzato la trasformazione del paesaggio, della società, dell’economia e della cultura, e ha costruito la comunità», ha osservato Emanuele Antonelli, sindaco di Busto Arsizio e presidente della provincia di Varese. «Quelle stesse comunità, riconoscendo nella tradizione industriale uno dei tratti fondamentali della propria identità, hanno dato origine ai musei dell’industria e del lavoro oggi chiamati non solo a testimoniare un glorioso passato, ma anche a esser luoghi di innovazione e formazione al servizio delle nuove generazioni».
«L’impresa non è solo uno scrigno di conoscenza, di competenze, di produzione di valore e di benessere», ha aggiunto Roberto Grassi, presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. «Ogni azienda, a suo modo, è anche patrimonio culturale e portatrice di valori sociali, oltre che economici. Soprattutto in un territorio, come quello del Varesotto, la cui storia e il cui presente, con tutte le sue dinamiche di sviluppo, sono così intrinsecamente legati all’industria. Per questo i musei industriali e aziendali della nostra provincia sono così importanti: non perché raccontano semplicemente una storia, ma perché rappresentano la chiave di lettura di ciò che siamo come comunità. Pensiamo a cosa si cela dietro a ogni prodotto o macchinario messo in mostra: sogni, fatica, dedizione, passione, riscatto, delusioni, successi, studio e sacrificio».

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