K2, settant’anni dalla conquista italiana. Al Museo Castiglioni mostra sull’impresa

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VARESE – «Il K2 era la seconda montagna più difficile da scalare. Tanti ci avevano provato, ma nessuno ci era riuscito. E nessuno si era aspettato che lo facesse l’Italia, dimostrando a tutti che poteva stare alla pari con le grandi nazioni: allora stava ricostruendo la sua identità, era passato quasi un decennio dalla seconda guerra mondiale». Come ha spiegato Marco Castiglioni, nell’anno del settantesimo anniversario della conquista della seconda vetta più alta del mondo, si inaugura a Varese oggi, sabato 25 maggio, quella che ambisce a essere la mostra più completa dedicata all’impresa. Si potrà visitare l’esposizione, che gode del patrocinio della Fondazione Sella, della Fondazione Dalmine e della sezione locale del Cai, nelle sale del Museo Castiglioni fino al 6 gennaio 2025.

Le attrezzature tra reperti inediti e ricostruzioni

«Luigi Pizzimenti, curatore della mostra, oltre a guidare un’associazione di divulgazione dell’astronautica italiana, è un appassionato di montagna e storia. Trait d’union con Ardito Desio, e occasione per far conoscere le vicende delle esplorazioni condotte dai nostri connazionali, è stato il fondo intitolato a Ugo Angelino: la famiglia dell’alpinista che partecipò alla spedizione ha messo all’asta il suo materiale conservato in casse da venticinque chili, documenti che raccontano un’organizzazione precisa e raffinata. Acquistato da Pizzimenti, viene esposto per la prima volta in una mostra che, tra reperti inediti e ricostruzioni, presenta tutte le attrezzature che furono utilizzate come le corde per la scalata, che erano in nylon, o le bombole originali realizzate dalla Dalmine».

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Il diorama del campo base

In programma ci sono anche un libro-catalogo della mostra, che uscirà il 30 maggio, e un evento speciale per il 31 luglio, data dell’arrivo in vetta. «Nelle sale si ripercorrono i primi tentativi e i relativi fallimenti. Le riproduzioni dei vari oggetti sono state molto fedeli dal punto di vista storico; sono poi presenti un diorama del campo base, creato facendo riferimento a cartine e fotografie del 1954, nonché filmati storici e di interviste: credo che sarà molto emozionante per gli appassionati della montagna. Per chi ha invece una conoscenza parziale delle vicenda sarà l’occasione per recuperare un momento storico, passaggio simbolico della rinascita dell’Italia».

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Himalaya e deserto

Mentre l’incontro di Castiglioni con Pizzimenti è avvenuto alla trasmissione Cash or Trash, l’esplorazione del deserto libico è stato il punto di convergenza del padre Angelo e dello zio Alfredo, celebri etnologi e antripologi, con i protagonisti della scalata al K2: «Avevano le caratteristiche di un’equipe scientifica: mentre Ardito Desio, che era un geologo, si recò in Africa per cercare il petrolio, Paolo Graziosi, importante archeologo preistorico, visitò la stessa zona dei graffiti esaminata da mio padre e mio zio. Si incontrarono a inizio anni Ottanta, per consultare persone che erano già state nell’area. Interrogato su quale preferisse tra Himalaya e deserto libico, rispose che entrambi sono posti estremi ma, per chi li sa leggere, anche bellissimi, perché lì si può assaporate il gusto della conquista».

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