Naziskin in presidio davanti al tribunale di Busto. L’allarme degli antifascisti

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BUSTO ARSIZIO – Si alza la tensione per il doppio appuntamento di sabato annunciato nelle ultime ore, tramite il proprio sito internet, dalla Comunità militante dei Dodici Raggi. Gli skin di Sumirago si ritroveranno il 9 giugno davanti al tribunale di Busto Arsizio per un presidio – dal titolo “Giustizia per Do.Ra” – con il concentramento fissato per le 13. Seguirà la sera, nella sala consiliare di Gazzada Schianno, l’incontro “Il costo della libertà – la forma della giustizia partigiana nella Varese liberata”.

Chi sono i Do.Ra.

L’associazione Do.Ra, meglio nota come la Comunità militante dei dodici raggi, dal 2013 ha scelto come proprio quartier generale un locale nella piccola frazione di Caidate di Sumirago. Nel suo nome sembra proprio volere rendere omaggio ai raggi del Sole nero, simbolo del castello tedesco di Wewelsburg, sede operativa delle SS. Nel blitz compiuto in sede lo scorso dicembre le forze dell’ordine trovarono svastiche, asce, coltelli, libri propagandistici del Terzo Reich e vario materiale riconducibile all’estrema destra nazifascista. I locali vennero sequestrati e il presidente dell’associazione, Alessandro Limido, indagato insieme ad altre persone. L’ipotesi di reato è «riorganizzazione del disciolto partito fascista». Proprio Limido appare tra i relatori dell’incontro di Gazzada. Con lui sul palco Vincenzo Biotti, definito come «memoria storica del fascismo locale».

L’allarme degli antifascisti

Il presidente di Anpi provinciale Varese, Ester Maria De Tomasi, e Gennaro Gatto dell’Osservatorio Democratico nuove destre chiedono «con forza alle istituzioni garanti della nostra Costituzione d’intervenire» e di bloccare le due iniziative in programma. «Segnaliamo con indignazione questi due eventi che mettono in difficoltà la nostra democrazia, il primo contestando le istituzioni democratiche nel loro legittimo lavoro e l’autonomia della magistratura, il secondo, cercando di cambiare la storia. In un momento in cui numerosi Comuni italiani, come Varese, si sono dotati di un regolamento che vieta la concessione e l’utilizzo di spazi e luoghi pubblici a formazioni d’ideologia fascista, l’amministrazione di Gazzada Schianno addirittura concede la sala consiliare».

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